Ritrovarsi in Rye Lane, la recensione della rom-com targata Disney+

Ritrovarsi in Rye Lane, recensione del film di Disney+

La realtà del Sundance Film Festival, festival cinematografico statunitense volto al cinema indipendente di tutto il mondo, nel corso degli anni è riuscita a diventare un efficace trampolino di lancio per pellicole e talenti sconosciuti al grande pubblico. Manchester by the Sea, Call Me by Your Name, Whiplash o il più recente CODA (vincitore del premio Oscar al Miglior Film nel 2022) sono solo alcuni esempi di film che hanno visto nascere il loro successo durante le settimane del festival, soggetti di un’ondata di consenso proseguita durante il corso di un’intera annata e riuscita a portarli dritta agli Academy Awards. Uno dei primi film ad approdare sulle piattaforme e che può vantare di un riscontro più che entusiasmante durante l’ultima edizione del Sundance, svoltasi a gennaio 2023, è Ritrovarsi in Rye Lane (trailer). La commedia britannica diretta dall’esordiente Raine Allen-Miller e scritta a quattro mani dagli sceneggiatori Nathan Bryon e Tom Melia, è stata resa disponibile al pubblico il 31 Marzo su Disney +

Ritrovarsi in Rye Lane è una fresca rom-com ambientata nella South London contemporanea. I protagonisti Yas e Dom (interpretati da David Jonsoon e Vivian Oparah), sono due giovani alla soglia dei trent’anni che, incontratisi in un bagno pubblico gender-neutral durante la mostra di un amico comune, riescono sin da subito ad entrare in sintonia. Questo l’incipit della pellicola che, attraverso una lunga chiacchierata tra i due protagonisti, ci prende per mano e ci immerge nei colori fluo del mercato di Rye Lane (che dà il titolo all’opera). Un vivace botta e risposta che ripercorre le disavventure amorose di entrambi sarà il filo conduttore tra loro e una serie di rocamboleschi personaggi secondari che impreziosiscono il pittoresco quadro che il film dipinge. Un esuberante e vitale affresco di una comunità multietnica (per certi versi simile a quella dei romanzi di Zadie Smith), dove l’amore, la solitudine e le aspettative sul futuro vengono indagati con la leggerezza prevista dal genere

Lo spettatore, analizzando l’opera prima di Raine Allen-Miller, non può far altro che notare le similitudini con la struttura narrativa dei film della famosa saga di Richard Linklater, composta dai film Before Sunrise, Before Sunset e Before Midnight, dove i protagonisti presi in punti diversi della loro vita si intrattengono in conversazioni profonde sull’amore e sul loro rapporto. Il film infatti, si pone come una versione contemporanea di quei testi, non con l’intenzione di replicarli, quanto di rielaborarli donando allo spettatore qualcosa di diverso e sicuramente meno ambizioso.

I protagonisti in questo caso sono disillusi e delusi dall’amore e le atmosfere non sono quelle sognanti del primo film di Linklater. L’ambientazione è lontana dalla Vienna in cui Céline e Jesse girovagano, la zona franca in cui entrambi possono vivere il loro sogno lucido, romantico e senza regole. Yas e Dom vivono il loro primo incontro nelle strade della loro quotidianità, coccolati dalla bolla culturale in cui sono nati e dove abitano i loro fantasmi del passato. Allen-Miller mette i suoi personaggi faccia a faccia con la realtà, non riserva loro un pomeriggio tranquillo sospeso tra incertezza e passione, piuttosto li costringe a venire a patti con le loro paure e ad affrontare gli scheletri nell’armadio. Operazione che somiglia più al capitolo conclusivo della saga Before, dove i protagonisti ormai cinquantenni abbandonano i toni romantici per spostare il focus sui drammi ordinari di una coppia ormai matura. 

Quello che contraddistingue e distacca totalmente la pellicola dalle opere già citate è però la sua impronta comica, contraddistinta dalla penna degli sceneggiatori, rodati dalla scuola delle comedy televisive made in UK e trainati dalla nuova ondata di comicità black. Ritrovarsi in Rye Lane infatti ricorda, per toni e umorismo, le opere di Michaela Coel, o spostandosi oltreoceano, delle serie statunitensi Atlanta e Insecure, prodotte da HBO, capisaldi moderni della rappresentanza afroamericana all’interno della serialità. Il film si rivela quindi una visione frizzante, che, non dimentica le consuetudini del genere della commedia romantica e offre al pubblico un racconto familiare che sa sorprendere in quanto riattualizza, per contenuto e rappresentazione, temi universali cari a qualsiasi spettatore.  

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