Air – La storia del grande salto, la recensione: la genesi delle Nike Air Jordan

air recensione film ben affleck matt damon

Ben Affleck torna dietro la macchina da presa per dirigere Air – La storia del grande salto (trailer). La trama del film è incentrata su Sonny Vaccaro (Matt Damon), uno scout di atleti impiegato presso la Nike e determinato nel mettere sotto contratto uno dei giocatori più promettenti dell’epoca: il giovane cestista Michael Jordan.

Il progetto non sarà affatto semplice, poiché il talentuoso Micheal, affacciatosi da poco nel panorama della NBA, sarà a tutti gli effetti uno degli uomini più ambiti dai prestigiosi sponsor del settore sportivo, su tutti Converse e Adidas. Sebbene sembri che il giovane atleta abbia ormai preso le sue decisioni in merito, la Nike, all’epoca tutt’altro che un colosso economico e conosciuta principalmente per essere una compagnia da scarpe da jogging e non da basket, deciderà tramite l’illuminata idea di Vaccaro di tentare il tutto per tutto per ingraziarsi le attenzioni di Jordan, nonostante né lui né la sua famiglia abbiano intenzione di avere un meeting con i rappresentanti della Nike. Sarà dunque l’inizio di un’impresa apparentemente impossibile, che porterà infine Jordan a firmare un contratto con la compagnia di Beaverton, contrariamente alle aspettative, dando così vita ad uno dei modelli di calzature più popolari e desiderate di sempre: le Air Jordan.  

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Sebbene si stia raccontando un fatto ormai noto ai più, l’ansia e la trepidazione dei nostri protagonisti, in attesa della decisione del giocatore, risultano palpabili e ben ritmate. Ciò è possibile grazie al sapiente utilizzo di dialoghi taglienti, acuti, divertenti (frutto della sceneggiatura di Alex Convery) e accompagnati da un montaggio dinamico (ad opera di William Goldenberg) e perfettamente in linea con il tono del film. Non solo: anche le ambientazioni in cui prendono luogo la maggioranza delle scene sembrano essere state scelte per marcare ancora di più l’apprensione e l’agitazione che precedettero gli attimi prima della firma del cestista.

Quasi sempre vediamo, infatti, i personaggi interagire all’interno di ambienti chiusi, carenti di spazio e illuminati da una fotografia (di Robert Richardson) poco luminosa e tendente al grigio. Questo tono verrà meno nel momento in cui Sonny deciderà di fare di testa sua, infrangendo le regole e contravvenendo alle indicazioni date dal suo CEO (Ben Affleck), recandosi personalmente e senza preavviso a casa dei Jordan per tentare di persuaderli affinché ascoltino l’offerta della Nike, portando così la stessa compagnia (e in un certo senso anche il film) ad un punto di svolta, dove le cose non sarebbero più state come prima. Ecco quindi che in questa sequenza le ambientazioni acquistano tonalità più accese, gli spazi si allargano e si comincia a respirare un’aria diversa, che sa di speranza e di rivalsa.

Altro punto a favore di Air – La storia del grande salto sono senza dubbio le interpretazioni, il cast principale è formato interamente da star di grande rilievo ed ognuna delle loro prove attoriali (Jason Bateman, Chris Messina, Chris Tucker tra gli altri) lascia lo spettatore incollato allo schermo, curioso e desideroso di veder progredire le vicende, arrivando a desiderare la firma di Jordan quasi quanto i protagonisti degli eventi.

Air – La storia del grande salto riesce dunque a portare in sala uno dei più importanti avvenimenti nella storia dello sport e dell’industria, catapultandoci all’interno di un racconto che grazie alla caparbietà e alla fermezza dei suoi protagonisti cambiò il mondo del mercato per sempre. Al cinema dal 6 aprile.

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