Vivo, la recensione del film su Netflix

Il 6 agosto approda su Netflix Vivo (trailer), il primo film animato musicale prodotto dalla Sony diretto da Kirk De Micco e con la colonna sonora di Lin-Manuel Miranda.

La trama segue le vicende di Vivo (Lin-Manuel Miranda), un kinkajou che vive a La Havana con Andrés (Juan de Marcos González), un musicista anziano con cui passa le giornate all’insegna della musica. Un giorno l’uomo riceve una lettera da parte di Marta (Gloria Estefan), una vecchia collega nonché grande amore della sua vita, che gli chiede di rincontrarsi in Florida in occasione del suo ultimo tour. In seguito ad eventi spiacevoli, Vivo si ritrova da solo a dover consegnare alla donna una canzone scritta per lei da Andrés, il quale non ha mai avuto il coraggio di dichiararsi. In questo viaggio per Miami, Vivo, timoroso e diffidente, inizierà ad aprirsi – non senza prima scontrarsi – con Gabi (Ynairaly Simo), la nipote di Andrés, una bambina vivace ed esuberante con la passione per la musica con la quale condividerà l’avventura di una vita.

Il lungometraggio, che ricorda i film Disney e Pixar degli ultimi anni, specialmente Oceania e Coco ma anche Sing, unisce il tema della diversità e del lutto con quello della musica. Sia Vivo che Gabi, a modo loro, sono due “outsiders” rispetto al proprio ambiente: Vivo è un animaletto che vive lontano dalla natura a stretto contatto con gli umani e passa le giornate a cantare, Gabi invece si sente diversa dalle sue amichette scout che vendono i biscotti sul lungomare di Miami ed è profondamente segnata dalla morte del padre musicista, molto più simile a lei rispetto alla “severa” madre (Zoe Saldana). Se inizialmente Vivo è restio a fidarsi di Gabi e del suo entusiasmo trascinante, ben presto entrambi capiranno di avere molto di più in comune della missione di consegnare lo spartito musicale.

Il tema della diversità, di cui Netflix ha sempre fatto una bandiera, è molto caro a Lin-Manuel Miranda il quale infatti fu il primo nel 2010, dopo il successo del suo musical In the Heights (diventato ora lungometraggio nelle sale) a pitchare il progetto di Vivo alla Dreamworks, la quale però lo accantonò. È poi nel 2016 che Sony acquisisce il progetto affidando la sceneggiatura a Peter Barsocchini e Quiara Alegría Hudes (autrice, tra l’altro, proprio del libretto di In the Heights).

L’impronta di Miranda, la cui carriera ad Hollywood è decollata negli ultimi anni con il successo di Hamilton, è chiara: in Vivo c’è infatti una particolare attenzione all’identità culturale cubana e soprattutto alla sua musica, con la presenza delle voci di Gloria Estefan e di Juan de Marcos González, celebre membro dei Buena Vista Social Club.

Il film fa leva anche sulla contemporaneità, non solo attraverso alcuni brani e testi che ricordano il pop femminile statunitense e le sue tematiche di “female empowerment”, ma anche trattando in chiave ironica temi come l’inquinamento e il riscaldamento globale, dimostrando di essere in grado di recepire gli interessi delle nuove generazioni e mettendo in scena personaggi -soprattutto femminili- con cui è facile entrare in empatia.

Dopo I Mitchell contro le macchine, la collaborazione tra Sony e Netflix genera così un altro film d’animazione vivace e coinvolgente, forse non particolarmente memorabile ma in grado di intrattenere grandi e piccini e vantando una colonna sonora che unisce hip hop, musica cubana, folk e pop elettronico, garantendo un’ora e mezza di svago per tutta la famiglia.

Ti potrebbero piacere anche

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ho letto la privacy policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali ai sensi del Regolamento Europeo 2016/679 (GDPR) e del D.Lgs. n. 196 del 2003 cosi come novellato dal D.Lgs. n. 101/2018.