#RomaFF16: Terrorizers, la recensione

Terrorizers film

Terrorizers (trailer) è un film di Wi Ding Ho, di recente presentato in molti festival e selezionato per la sedicesima edizione della Festa del cinema di Roma. La storia si costruisce con l’intrecciarsi delle vicende dei vari personaggi: Ming Liang (Po-Hung Lin), un ragazzo che soffre di disturbi ossessivi, Yu Fang (Moon Lee), abbandonata dalla madre e desiderosa di colmare la propria solitudine, Monica (Annie Chen), un’aspirante attrice che ha alle spalle una carriera nell’ambito pornografico, Kiki (Ai-Ning Yao), una cosplayer innamorata di Ming Liang. Le strade dei personaggi arriveranno ad incontrarsi quando Ming Liang si renderà protagonista di un attentato, compromettendo l’esistenza di alcuni di loro.

Il film si costruisce con un montaggio non lineare: nel corso della narrazione vengono riproposte le medesime sequenze osservate da diversi punti di vista. Ciò, nonostante non sia una grande novità nel panorama cinematografico, caratterizza il film e gli regala personalità. Inoltre, questa scelta permette di colmare alcuni vuoti e risolvere i dubbi dello spettatore. L’idea è interessante, tanto da funzionare per gran parte della narrazione, anche se a volte sfocia nella confusione, e lo scorrere degli eventi non sembra filare liscio. Il pubblico si trova davanti a tante vicende, forse troppe, e risulta spesso difficile mantenere viva la concentrazione, star dietro ad una quantità eccessiva di elementi.

La poca attenzione nel caratterizzarli con accuratezza porta ad una difficoltà nel creare un rapporto empatico tra i personaggi e gli spettatori. Sono macchiette che si muovono all’interno di un meccanismo complicato, sembrano esserci ma non vivere, agire ma non comprendere le loro azioni. Alcune scene, in cui vi è un chiaro intento drammatico, appaiono grottesche, buffe, come se determinati sentimenti siano stati troppo enfatizzati e resi innaturali.

Terrorizers si presenta come un thriller, ma, fin dall’inizio, si capisce quanto lo scopo del regista sia quello di andare ben oltre un genere d’intrattenimento. Si percepisce l’intento di rappresentare uno spaccato di società, una realtà in cui delle figure si muovono spinte dai loro istinti che non riescono a comprendere e a frenare. I personaggi, chiaramente scossi da una profonda solitudine e frustrazione che li accomuna, si muovono gli uni verso gli altri o gli uni contro gli altri, creando un gioco d’incastri, che non convince totalmente.

Portando sullo schermo temi come lo stalking, il revenge porn, le molestie sessuali, il film riesce in parte a restituire l’immagine di un mondo inquinato, in cui i personaggi sono le vittime e al tempo stesso i carnefici. Terrorizers si rivela essere un prodotto d’intrattenimento, incapace di prendersi sul serio fino in fondo, ma comunque abile nel restituire delle sequenze accattivanti. Lo spettatore, seppur confuso e costretto a muoversi alla cieca, è spinto a sapere dove la storia voglia andare a parare, è curioso di capire se i personaggi troveranno una via o saranno per sempre intrappolati in una realtà dalla quale è difficile venire fuori.

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