#RomaFF16: Vitti d’arte, Vitti d’amore, la recensione

Vitti d'arte, Vitti d'amore

Fabrizio Corallo è uno dei protagonisti della sezione Omaggi e restauri di questa Festa del Cinema di Roma con Vitti d’arte, vitti d’amore, un omaggio degno di nota ad una grande donna e icona del cinema e del mondo dello spettacolo italiano come Maria Luisa Ceciarelli in arte Monica Vitti. Il documentario di Corallo colpisce nel segno mostrandosi come un prodotto in grado di catturare anche un pubblico più giovane che non ha avuto modo di conoscere la storia della grande attrice romana né di vedere alcuni dei film in cui è stata protagonista. Le sequenze tratte da diversi lungometraggi si intrecciano con un buon ritmo e in maniera non forzata insieme agli interventi di chi ha avuto modo di conoscere la Vitti o di coloro per i quali l’attrice è stata ed è un vero e proprio modello da seguire: Giancarlo Giannini, Michele Placido, Paola Cortellesi, Barbara Alberti, Enrico Lucherini, Carlo Verdone, Christian de Sica, Carlo Vanzina per citarne alcuni. Accurata è stata anche la scelta dei filmati tratti dall’archivio dell’Istituto Luce che si sono ben amalgamati con alcuni momenti presi dalle diverse interviste fatte all’attrice.

La donna che emerge dal documentario è una donna fragile che vive nell’eterna convinzione di sbagliare tutto e dover ricominciare sempre, una donna che ha trovato nella recitazione una salvezza, un modo per vivere altre cento vite oltre la sua. A quattordici anni inizia a frequentare i palchi dell’Arte “con la A maiuscola” e poi, forgiata dall’esperienza teatrale, per lei si aprono le porte del cinema con l’ingresso nell’Accademia d’arte drammatica, un luogo in cui sembravano esserci dei matti felici e dove lei si sarebbe sentita libera di fare tante cose dentro quel cancello e fuori dalla vita. Una vita che sarebbe stata presto costellata di successi a partire dal sodalizio con Michelangelo Antonioni e la tetralogia del cinema impegnato che l’ha vista protagonista indiscussa, musa per eccellenza di un Maestro che le ha permesso di essere, l’ha rispettata, le ha dato fiducia, che le faceva amare la sua condizione di donna con tutte le sue fragilità e tutte le sue insicurezze.

Ma lei non era solo la donna del cinema impegnato, riusciva infatti ad essere una, nessuna e centomila, seria, romantica ma anche comica, la regina delle attrici comiche. Sapeva far ridere la gente perché aveva bisogno di far ridere ma allo stesso tempo non perdeva mai quella bellezza unica che la contraddistingueva e così Corallo inserisce dei frammenti di La ragazza con la pistola, Ti ho sposato per allegria, Dramma della gelosia in totale opposizione a quelli de L’avventura, La notte, L’eclisse e Deserto Rosso. Monica Vitti ha rappresentato una novità assoluta, bella e intelligente, attrice versatile grazie alla sua grande capacità di utilizzare ogni cosa che viveva e di fondere la sua vita con il suo lavoro.

Corallo è riuscito a restituire la vita e l’anima di una grande donna che si è fatta strada in un mondo in cui la maggior parte delle donne non era disposta a prendersi in giro. La Vitti è stata tante donne, forse tutte, cercando di cogliere quelle tante sfumature dell’essere donna. Con l’opera di Corallo se già Monica era nel cuore di tutti, ora anche chi non aveva avuto modo di conoscerla andrà a scoprire il suo mondo in cui palco e realtà non sono mai stati divisi.

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