#RomaFF14: Hustlers, forzare il gioco per rimanere nel gioco

#RomaFF14: Hustlers, forzare il gioco per rimanere nel gioco

Hustlers (trailer) apre il settimo giorno della Festa del Cinema di Roma. Il film, che vanta tra le sue fila una strepitosa e magnetica Jennifer Lopez, è scritto e diretto da Lorene Scafaria basandosi sull’articolo “The Hustlers at Scores” di Jessica Pressler, apparso nel 2015 sul magazine New York (abbiamo perso il conto dei “tratto da una storia vera”). L’inchiesta ruotava attorno ad un gruppo di spogliarelliste che dopo il crollo di Wall Street nel 2008 e la conseguente crisi che ha travolto anche il club dove lavoravano, frequentato perlopiù da broker e manager, ha messo in piedi una banda dedita all’adescamento di uomini facoltosi per poi prosciugare il loro conto in banca.

Hustlers, distribuito in Italia con il nome Le ragazze di Wall Street – Business is Business (non aggiungiamo altro), segue nello specifico il rapporto dalla connotazione materna tra Dorothy (Constance Wu), nota come Destiny, e Ramona (la Lopez), autoproclamatesi “CFO e CEO” dell’associazione a delinquere promossa dalle strippers. Fin da subito la pellicola sembra rimandare a qualcosa, a un pattern strutturale sicuramente già esplorato in lungo e in largo, ma che trova la sua più immediata associazione nell’ascesa al potere tutta al femminile del Molly’s Game di Aaron Sorkin (2017). Stesso incipit narrativo, stessa dinamica di scalata, stesso esito. Alla caduta dello status quo, le carte in tavola vengono stravolte e le regole del gioco scardinate perché quel gioco possa continuare a fruttare fior fiori di quattrini. Perlomeno fino a quando questa macchina troppo ingigantita e divenuta ingovernabile va a schiantarsi fuori dalla strada.

Quella che in Hustlers è senza dubbio predominante è la componente materna cui facevamo riferimento sopra, che intercorre tra le due protagoniste e tra queste e le rispettive figlie. La Scafaria tiene a sottolinearlo sin dai primi momenti negli sguardi e nelle premure, a differenza di quanto accadeva nel discutibile film di Sorkin dove la genitorialità veniva accarezzata come un oggetto visto (e desiderato) solo in lontananza. E’ sempre all’interno dello sviluppo della relazione madre-figlia che viene tentata una via di giustificazione agli atti compiuti, condannati sì ma solo in quella superficie che non scava abbastanza nella brama personale delle ragazze coinvolte nelle truffe.

Hustlers mantiene nel corso della sua durata un atteggiamento sprezzante nei confronti delle annichilite e spregevoli vittime dipinte come meritevoli di ciò che stanno subendo (non c’è una singola figura maschile positiva o perlomeno non babbea), tentando di imboccare il sentiero dello “squalo nel mondo di squali” in una chiosa morale finale piuttosto stonata. Anche nel momento in cui viene detto basta, non c’è senso di colpa che deriva dal rimorso dell’azione compiuta nei confronti dell’ennesimo malcapitato, ma solo un ponte che rimanda al dolore di una potenziale perdita del nucleo materno e genitoriale.

Le ragazze di Wall Street – Business is Business sarà al cinema a partire dal 7 novembre.

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