#RomaFF16: Ghostbusters: Legacy, la recensione

Ghostbusters Legacy

Immagini frenetiche, azione: le prime sequenze del film ci preparano a quello che andremo a vedere. Risulta facile e quasi naturale per lo spettatore mettersi comodo e lasciarsi guidare in questa storia che si regge, per i primi minuti, unicamente sulla colonna sonora. Appare chiaro fin da subito come quest’ultima sia un elemento rilevante del film, capace di elevarsi quasi a personaggio.

Ghostbusters: Legacy (trailer) diretto da Jason Reitman e atteso per il 18 Novembre al cinema, si aggiunge alla serie composta da Ghostbusters (1984) e Ghostbusters II (1989). Dopo diversi anni dall’ultimo film, la storia degli Acchiappafantasmi vede come personaggi principali Phoebe (Mckenna Grace) e Trevor (Finn Wolfhard) che, a causa di uno sfratto, si trovano costretti, insieme alla loro madre Callie (Carrie Coon), a trasferirsi a Summerville, nella casa del loro nonno appena defunto. Scopriranno un mondo del quale erano all’oscuro, una realtà capace di sorprenderli e metterli alla prova, grazie alla quale mostreranno qualità che non pensavano di possedere.

Lo spettatore che va a vedere un film appartenente a questo genere sa esattamente cosa aspettarsi: effetti speciali, adrenalina, eroi a cui è facile affezionarsi, in generale la prevedibilità tipica di questo tipo di prodotti, una prevedibilità, però, che è capace di non stufare, ed è quasi “confortante”. Ghostbusters: Legacy è capace di regalare tutto questo e la sua particolarità è la naturalezza con cui riesce a far ridere lo spettatore, la tendenza a non prendersi mai troppo sul serio riuscendo a stemperare ogni situazione con una battuta messa al momento giusto.

La protagonista principale del film è sorprendentemente una bambina di 10 anni, Phoebe. Questa scelta si rivela sicuramente vincente, sia perché permette ad un giovane pubblico di immedesimarsi più facilmente nella storia e sentirsi parte di essa, ma anche perché regala freschezza all’intera serie, svincolandosi dal classico stereotipo, popolare nell’immaginario collettivo, dell’Acchiappafantasmi come uomo adulto. La tendenza, purtroppo non pienamente sviluppata, di arricchire la narrazione con la storyline di Callie, la madre dei protagonisti, innalza il target, permettendo ad un pubblico un po’ più adulto di sentirsi, almeno in parte, coinvolto.

Ghostbusters: Legacy è ricco di citazioni, di rimandi evidenti o meno ai precedenti film, di strizzatine d’occhio ai più appassionati della serie. La presenza, anche se in minima parte, degli attori storici, come Bill Murray, tornati nei panni degli Acchiappafantasmi circa 30 anni dopo l’ultimo film, permette di intravedere una continuità con i due prodotti precedenti, nonostante tutte le innovazioni apportate in quest’ultimo. In generale si può dire che il film mette in luce l’America stessa (regalandoci campi lunghi con panorami mozzafiato) e la sua cultura, perchè sì, la serie degli Acchiappafantasmi che ha fatto ridere, spaventare e innamorare il pubblico degli anni ’80, rappresenta parte della sua cultura.

Ghostbusters: Legacy è adatto non solo ai patiti della serie, ma anche a chi ha voglia di un prodotto fresco, leggero e capace di intrattenere. Un film godibile teso a strapparci delicatamente dalla realtà e a farci immergere in un mondo in cui non serve farsi troppe domande. Basta ridere, o quantomeno sorridere.

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