Ricomincio da me, la recensione: la ricerca di sé di Toni e dei suoi cinque figli

Ricomincio da me, il film diretto da Nathan Ambrosioni

Ricomincio da me (trailer), titolo italiano dell’originale Toni, è la storia di una madre di cinque figli. Giunta ad un punto della sua vita in cui gli anni l’avvicinano alla mezza età, Antonia (Camille Cottin),detta Toni, riflette sul suo percorso lavorativo e personale. Vent’anni prima il suo ultimo singolo da cantante aveva confermato il suo talento e la sua fama, ma negli ultimi anni quest’ultima è crollata. La protagonista manda avanti la propria vita e quella dei figli dedicandosi per lo più a qualche spettacolo occasionale. Nel frattempo, i cinque figli sono nel vivo della loro autoaffermazione e crescita. C’è chi cerca un nuovo inizio in qualche università straniera, chi sta esplorando la propria identità sessuale e chi si affaccia sul mondo dell’adolescenza. Essendo la sola a prendersi cura di loro, Toni sente la necessità di cominciare un nuovo percorso per rimettersi in pista: prova a cercare lavoro, a valutare l’iscrizione all’università e a cercare ciò in cui è davvero portata, oltre al canto.

Ricomincio da me è un film che ruota attorno alla caratterizzazione dei suoi personaggi. Centrale nella storia è l’esposizione della propria e peculiare vulnerabilità. Questa si realizza su diversi piani: da un lato, attraverso gli episodi e le necessità che caratterizzano la vita adolescenziale, come il bisogno di non sentirsi più bambini e di cercare nuovi modelli di crescita; ma soprattutto con una singolare rappresentazione del rapporto madre-figlio. Quest’ultimo infatti si sviluppa su un efficace dialogo fra pari: Toni non è mai l’adulto che cala dall’alto un’educazione preconfezionata, bensì una madre attenta al confronto, sempre fiduciosa di poter costruire uno scambio maturo, solido, basato sulla sincerità e sul valorizzare le aspirazioni e peculiarità dei propri figli.

Fondamentali per la costruzione di tale impostazione sono i dialoghi: nonostante la difficoltà di costruire un confronto stretto fra sei persone, tutte diverse fra di loro, la sceneggiatura restituisce battute ricche di significato e verosimiglianza, delicate e perfettamente in grado di restituire la complessità del rapporto familiare. La reciprocità e l’orizzontalità che si viene a costruire permette la creazione di momenti intimi e commoventi e il rapporto di cura, tipico del genitore, si espande da Toni per trovare dimora in ogni membro della famiglia. È lo spirito di coesione familiare che permetterà a tutti i protagonisti di trovare la strada per il proprio posto nel mondo.

Il film è scritto e diretto da Nathan Ambrosioni, giovanissimo regista francese di appena 24 anni che, con Ricomincio da me, ha firmato il suo secondo lungometraggio (dopo Paper Flags). Il suo talento si sposa perfettamente con quello dell’altrettanto giovane (e per lo più esordiente) cast: la recitazione di attori e attrici è eccellente, limpida e quasi incredibilmente verosimile. È infatti sorprendente che attori così giovani siano stati in grado di partecipare ad un dramma così “adulto”. Centrale è, ovviamente, anche la performance di Camille Cottin, che fa da cardine alla storia e permette ad ogni personaggio di mettere in gioco le proprie peculiarità.

Ricomincio da me, dunque, rappresenta un film all’altezza delle aspettative e perfettamente coerente con le premesse che si pone. Avvalendosi di un cast che dimostra ancora una volta il valore e la delicatezza del cinema francese, Nathan Ambrosioni ha composto un’opera degna di lode, che si spera lo porti verso un futuro fertile e brillante.

Al cinema dal 7 dicembre.

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