Night Swim, la recensione: solito horror targato Blumhouse

night swim, la recensione del film

Cosa decidiamo di infestare oggi? Gira la ruota… Una piscina! Sembra che alla Blumhouse ragionino così, ma finché i soldi entrano, horror che vince non si cambia. Il risultato è il nuovo Night swim (trailer), film di genere su una piscina infestata.

Night Swim è tutto ciò che ci si aspetta da un film horror della stessa casa di produzione dei recenti M3GAN e Black Phone. Niente di meno, niente di più. Il budget si aggira sui 15 milioni di dollari, anche troppo per lo standard di Blum e Wan. È una cifra contenuta che comporta un cast di secondo livello (che si dimostra tale, fatta eccezione per Kerry Condon) ed effetti visivi limitati in uso e qualità. Comporta, però, anche un basso rischio commerciale e una spinta a sfruttare al massimo le risorse disponibili. Alla fine molti horror del passato non sono stati concepiti diversamente da questo progetto congegnato secondo una formula vincente già brevettata. Tuttavia, non mancano i difetti (anzi).

Partendo dal cortometraggio del 2014 dello stesso regista Bryce McGuire, il film racconta la solita storia di una famiglia che si trasferisce senza saperlo in una casa infestata. Stavolta, però, il problema è la piscina. Le sequenze in cui il nemico della storia si manifesta sono ben realizzate: la piscina è inquietante, spettrale, spaventosa. A tratti, molto alla lontana, ricorda l’oceano di Jaws (citato anche dalla scenografia del film) per la sua capacità di vivere di vita propria.

Idealmente, come l’Overlook Hotel di The Shining, la ragione per cui la piscina è infestata proviene da un passato mistico e oscuro, che, però, nel film viene accennato in maniera sbrigativa e superficiale. Questa scelta non rende l’entità più minacciosa per le sue origini né tantomeno le conferisce un alone di mistero terrificante. Il tentativo di espandere l’interessante cortometraggio, che lascia un segno per la sua forma concentrata, risulta una dimenticabile via di mezzo che esclude un eventuale sequel. Questa volta, cara Blumhouse, niente franchise di successo all’orizzonte.

night swim, la recensione del film

I protagonisti, ognuno con il proprio dramma personale, impiegano molto tempo a capire che la piscina ha qualcosa che non va. Questo allunga la parte centrale del film che ripete troppe volte lo stesso schema: durante un bagno di uno dei personaggi la piscina si rivela e li spaventa. Il padre Ray (Wyatt Russell), però, è l’unico che si comporta in modo diverso nei confronti di una piscina decisamente anormale. Questo porta ad uno dei punti forti di Night Swim, cioè il rapporto fra i vari componenti della famiglia e il padre, cambiato dalla presenza della piscina. La causa è discutibile, ma l’effetto è un interessante confronto tra due generazioni, figli e genitori, con i secondi che hanno bisogno dell’aiuto dei primi per combattere le proprie debolezze.

Un altro punto interessante è l’inaspettata cinefilia del film. Oltre alla citazione esplicita a Jaws, molti elementi sono più che un richiamo casuale ad altre pellicole: ad esempio, c’è un adattamento di una sequenza iconica di It (film e/o miniserie). Oppure, la piscina ricorda il già citato Overlook o l’Anello del potere per la sua coscienza. Questo citazionismo mette Night Swim in continuità con la tradizione della Blumhouse, specialmente con i film di James Wan, indiscusso maestro e mentore di questo tipo di horror.

In conclusione, Night Swim spaventa abbastanza da non volere una piscina in giardino? No, ma forse neanche il miglior Dario Argento ci riuscirebbe: quindi, buona visione.

Al cinema dal 22 febbraio.

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