Quasi in concomitanza con l’approdo nelle sale del nuovissimo Spider-Man: No Way Home, ecco che la serie Hawkeye (qui il trailer), con protagonisti Occhio di falco (Jeremy Renner) e Kate Bishop (Hailee Steinfeld), arriva alla sua conclusione con l’uscita della sesta ed ultima puntata.
Clint Barton si sta preparando a festeggiare il Natale con la sua famiglia, ma quando tutto sembra andare per il verso giusto, alcuni fantasmi del suo passato tornano per sconvolgere la vita del nostro protagonista, portandolo nuovamente a scendere in campo. Qualcuno infatti, ha rubato il costume che Clint usava quando, arrabbiato e deluso per aver perso la sua famiglia a causa di Thanos, aveva assunto l’identità di Ronin, un ninja violento e vendicativo, che seminava il panico tra i criminali, uccidendoli senza remore né pietà.
L’altra protagonista della serie è Kate Bishop, una giovane scampata da ragazzina all’attacco dei Chitauri del 2012, salvata proprio grazie all’intervento di Occhio di falco, che da quel giorno divenne il suo mito. Kate, abilissima con il tiro con l’arco, inizierà ad indagare su Jack, suo futuro patrigno, immischiato, secondo lei, in loschi e pericolosi affari. I destini di Clint e Kate convergeranno molto presto sulla stessa strada ed i due impareranno a conoscersi meglio ed a collaborare, instaurando un rapporto simile a quello tra un mentore e la sua apprendista.
Sono queste le premesse che fanno da sfondo ad Hawkeye, che racconta una storia dal contesto urbano e molto più terrestre rispetto agli standard Marvel. La serie si distingue per le buone scene d’azione, girate in maniera pregevole e anche per una sceneggiatura quasi sempre ben scritta, seppur con qualche piccolo intoppo. I personaggi protagonisti sono il fiore all’occhiello di questa serie, il legame tra Renner e la Steinfeld rasenta la perfezione, l’evoluzione del loro rapporto avviene in maniera naturale e mai troppo forzata; è anche grazie alla loro chimica che lo show può permettersi di inserire spesso momenti totalmente privi d’azione, a favore di lunghi dialoghi conditi da sguardi e gesti d’intesa.
I personaggi secondari appaiono invece come l’anello debole della serie, soprattutto se ci si riferisce ai villain. I cattivi di turno non reggono il confronto con il cast principale e presentano una caratterizzazione poco approfondita e non molto interessante. L’unica “villain” in grado di risultare coinvolgente, seppur con molti limiti, è Echo, interpretata da Alaqua Cox, una giovane attrice muta, che sebbene sia alla sua prima prova attoriale di spessore, riesce a regalare una buona interpretazione e una giusta dose di naturalezza al suo personaggio anch’esso naturalmente non in grado di parlare, nonostante il suo ruolo non sia così centrale e determinante ai fini della trama, come parrebbe all’inizio dello show. La scelta di non mostrare troppi dettagli sul personaggio in questione potrebbe però essere stata intenzionale, poiché ad Echo verrà in futuro dedicata una serie spin-off, che probabilmente aiuterà lo spettatore ad approfondire la conoscenza di quest’ultima.
È interessante inoltre sottolineare i frequenti rimandi sulla presenza, all’interno della storia, di un determinato personaggio già noto ai fan, del quale qui non verrà fatto il nome per non rovinare l’esperienza a chi non avesse ancora visto la serie. Questi indizi si concretizzano nelle fasi finali della storia, confermando la volontà della Marvel, non solo in questo progetto, di portare avanti le vicende di personaggi già visti in precedenza, ma successivamente esclusi apparentemente dal mondo dell’ MCU.
Un altro dei difetti di Hawkeye è rappresentato dal ritmo con cui si svolgono le vicende. Ogni puntata, infatti, sembra ruotare attorno ad un pattern narrativo similare: ritroviamo spesso una spettacolare scena action volta a far proseguire la storia, mentre la restante buona parte dell’episodio tende a focalizzarsi su situazioni ed eventi più lenti che appaiono talvolta quasi laterali ai fini della trama. Si ha dunque la sensazione che si sia tentato di allungare il brodo affinché si fossero raggiunti il numero di episodi necessari richiesti dalla produzione, gravando così sul risultato, elemento, purtroppo, molto comune tra le serie Marvel viste fin qui.
Complessivamente Hawkeye può definirsi però un prodotto più che sufficientemente riuscito e in grado di intrattenere lo spettatore; lo show, senza troppe pretese, riesce nel suo intento, ovvero quello di far divertire il pubblico facendolo ridere, emozionare ed in alcuni momenti, addirittura esaltare, arrivando a confezionare quello che a tutti gli effetti, può essere definito “il classico di Natale” di casa Marvel.