Wish, la recensione: Il potere della comunità

Per festeggiare il centenario dei Walt Disney Animation Studios l’azienda ha lanciato sul mercato Wish (trailer), un prodotto a metà tra passato e presente che guarda con speranza al futuro senza però dimenticare le sue origini. Questo è evidente anche dal punto di vista estetico: le scene di animazione sono realizzate utilizzando la computer grafica moderna, la tecnica 2D, omaggiando il retaggio disneyano del disegno a mano, e con gli acquarelli, elemento che strizza l’occhio ai fan più affezionati. Nel film sono presenti molti elementi autocelebrativi, ad esempio il rimando -esplicito o meno- ad altre fiabe Disney (tra cui Peter Pan e la fata madrina di Cenerentola) oltre a molteplici elementi di vera e propria nostalgia verso quella dimensione favolistica “tradizionale” sempre più celata o ripudiata nella costruzione di nuove storie. Non a caso Wish inizia con il topos favolistico più vecchio del mondo, ovvero l’espediente del libro delle favole unito al tipico “C’era una volta”, per concludersi con l’immancabile “E vissero per sempre felici e contenti”.

La protagonista Asha, doppiata nella versione italiana dalla cantante Gaia Gozzi, vive a Rosas, una piccola isola del Mar Mediterraneo. La ragazza lavora come “guida turistica”, narrando -o meglio cantando- a tutti coloro che sono appena sbarcati come Rosas sia una specie di terra promessa: luogo di pace e armonia fondato dal sovrano Magnifico, un potente stregone. L’uomo, doppiato nei dialoghi da Michele Riondino e da Marco Manca nelle parti cantate, non mitiga neanche per un attimo la sua natura di megalomane narciso, nonostante si professi estremamente magnanimo nell’offrirsi come custode dei sogni dei suoi sudditi. Oltre a custodirli però Magnifico -in modo del tutto arbitrario- può anche esaudire i desideri di alcuni fortunati cittadini, ovvero quei sogni che il sovrano non reputa “sovversivi”.

Asha viene individuata dalla moglie di Magnifico, Amaya, per la sua grande dedizione al regno, come la figura perfetta per diventare la nuova assistente/apprendista del re. La protagonista accetta ma, più che dall’interesse effettivo per il lavoro, è spinta dal suo interesse personale, ovvero riuscire a far esaudire da Magnifico il desiderio del suo amato nonnino che quell’anno compie ben 100 anni (altro riferimento autocelebrativo). Siamo solo a venti minuti dall’inizio ma Magnifico, nel suo colloquio di lavoro con Asha, si mostra esattamente per quello che è. La protagonista, dunque, perde ogni fiducia in lui cercando di convincere anche i suoi cari a diffidare della formula, fin troppo semplicistica, che il re dispensa a chiunque accetti di donargli il suo desiderio più profondo. “Amnesia senza nostalgia”, così recita il sovrano e chiunque gli abbia affidato il suo sogno non ricorda quale esso sia, vivendo placidamente il resto della vita aspirando a vedersi restituire il desiderio solo una volta realizzato.

Asha, disillusa e impotente di fronte all’ambiente tirannico in cui è immerso l’ignaro popolo di Rosas, evoca inconsapevolmente una stella che, con la sua magia, è l’unica in grado di fronteggiare il potere di Magnifico. La stella, Star, darà letteralmente voce al compagno di avventure e spalla comica di Asha cioè la sua capra, Valentino, doppiato dal noto presentatore Amadeus. Nonostante la grande quantità di personaggi però solo pochi tra loro risultano ben sviluppati, tanto che Valentino ha un ruolo e una caratterizzazione maggiore degli stessi amici della ragazza, relegati al ruolo di suoi aiutanti solo nella seconda metà del film. Tra questo piccolo gruppo di amici emerge Simon che aveva affidato il suo sogno al re qualche tempo prima dell’inizio della vicenda. Difatti Simon, dopo essersi separato dal suo desiderio, sembra -a detta di tutti- cambiato. Il ragazzo appare decisamente depresso il che potrebbe essere un modo perspicace, all’interno dell’istituzione disneyana, per iniziare a trattare e rappresentare questo disturbo, sempre più diffuso.

In Wish la lotta tra bene e male non è impersonata da un unico eroe né da un piccolo gruppo ma si tratta di una vera e propria ribellione collettiva. Decisamente significativa è la frase «La nostra storia può modificarsi se una sola voce parla» che risulta essere una perfetta sintesi di molte delle attuali proteste che vediamo espandersi a macchia d’olio per cercare di cambiare vari problemi sia di carattere sociale che politico. Probabilmente Wish non verrà consacrato tra i cult dei film Disney, proprio per il carattere autocelebrativo e un evidente squilibrio nella caratterizzazione dei personaggi, ma come elemento profondamente innovativo gli va riconosciuto il fatto di aver spostato l’attenzione del pubblico da una dimensione eroica ad una comunitaria. Una dimensione in cui una singola voce è in grado di risvegliare le coscienze e mettere in moto un processo in grado -almeno nel mondo di Rosas- di sconfiggere anche il più tirannico dei sovrani.

Dal 21 dicembre al cinema.

Ti potrebbero piacere anche

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ho letto la privacy policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali ai sensi del Regolamento Europeo 2016/679 (GDPR) e del D.Lgs. n. 196 del 2003 cosi come novellato dal D.Lgs. n. 101/2018.