#Venezia78: Ma Nuit, la recensione del film di Antoinette Boulat

Tra i titoli della sezione Orizzonti Extra Ma Nuit è decisamente più interessante di quanto possa sembrare, già sulla carta. È infatti l’esordio di Antoinette Boulat, storica casting director francese (tra i titoli più recenti segnaliamo The French Dispatch di Wes Anderson). Qui la regista si è occupata anche della sceneggiatura, insieme a François Choquet e Anne-Louise Trividic.

Ma Nuit è un viaggio sensoriale nella notte parigina, dove seguiamo le vicende di Marion e Alex, interpretati con maestria da Lou Lampros e Tom Mercier (il Jonathan di We Are Who We Are). Marion è una ragazza di diciotto anni, sconfitta dal dolore che le ha provocato la morte della sorella in giovane età. Gira sempre per la sua città ma senza farsi coinvolgere pienamente nelle cose che le accadono. La situazione di certo non cambia in casa, dove costantemente litiga con sua madre. Una sera conoscerà, appunto, Alex e la sua vita prenderà una svolta inattesa.

Accadde una notte. Spesso il cinema ci mostra, e ci affascina, proprio per la sua capacità di gestire il tempo in un altro modo, tanto da concentrare in un solo evento catartico il cambiamento definitivo di una persona (dopo un determinato percorso evolutivo, naturalmente). Ed è proprio su questo concetto che Boulat svolge i fili delle vicende in Ma Nuit, dividendo il film in due parti e adeguando il suo stile di conseguenza.

L’inizio del film, infatti, è “spigoloso”: ricorda fortemente il primo Godard, con molti jump cut, inquadrature che durano pochi secondi e movimenti di camera volti a decostruire lo spazio classico dell’inquadratura e a disorientare lo spettatore (su tutti segnaliamo le panoramiche a schiaffo che ribaltano le posizioni in scena dei personaggi, come se inquadrassero uno specchio). La notte invece riserva tutt’altro trattamento da parte di Boulat: le inquadrature si fanno più lunghe, l’inquadratura si immerge nella notte e segue sinuosamente i nostri personaggi che dialogano, discutono sul senso della vita.

Lentamente allora prenderà piede il tempo della realtà e ci saranno molti meno tagli. In una notte cambierà tutto ma la potenza del film sta nel montare lentamente questo cambiamento, nel far seguire ogni passaggio e cambio d’umore che Marion sentirà. Ma Nuit è decisamente un ottimo esordio, un’interessante variazione sul tema dell’elaborazione del lutto da parte di un’adolescente, che da un’inevitabile fine (la morte) trova coraggio per ripartire e tornare a vivere e sognare.  

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