Tutti tranne te, la recensione: un duo accattivante per una sexy rom-com

Tutti tranne te, la recensione

Molte rom-com dimostrano che esiste un labile confine tra amore e odio, un confine sottilissimo sul quale può reggersi un’intera storia. Ci sono storie che cavalcano questa soglia. Tutti tratte te (trailer) è una di queste.

Il film, diretto da Will Gluck, racconta di Bea (Sydney Sweeney, tra le protagoniste di Euphoria), una ragazza in conflitto con sé stessa che un giorno conosce casualmente Ben (Glen Powell). I due, dopo un primo appuntamento finito male, si ritroveranno a sperimentare nuovamente, tra alti e bassi, il loro rapporto. La location che li porterà a ricongiungersi sarà quella di un matrimonio, un evento in cui non sarà in ballo soltanto il loro di sentimento.

La storia, chiaramente, aderisce agli stilemi della commedia romantica. C’è un incontro tra i due personaggi e ci sono equivoci, antagonisti, situazioni che allontanano i due amanti. Bea e Ben, per tutto l’arco del film, rischiano di perdersi, si rincorrono, mettono in piedi un “nascondino” che appare spesso e volentieri snervatamente melenso. Lo spettatore ci crede? Probabilmente no, eppure “sta al gioco”. Perché spera in un happy ending e perché è fedele al patto non scritto a cui le rom-com predispongono: “sospendi il giudizio e goditi il film”.

La commedia ci fa scoprire pian piano i corpi dei protagonisti: è abbastanza evidente che punti molto su questo. Le occasioni che portano i personaggi a spogliarsi sono molte e i pretesti per farlo ancor di più. Ma questa caratteristica aderisce perfettamente all’idea che il pubblico si è fatto prima di visionare il prodotto. Tutti tranne te è stato fin da subito presentato così. Locandina, pubblicità, strategie di comunicazione, tutti questi elementi ci hanno fatto immaginare quello che potevamo aspettarci. E in questo, sicuramente, il film non ha tradito le aspettative. La coppia formata da Sweeney e Powell funziona e convince, c’è una chimica che aleggia tra i due che sicuramente non lascia indifferenti. Una chimica che svincola dalla sola componente erotica e si espande sfociando nel comico.

tutti tranne te, la recensione

Tutti tranne te fa ridere, almeno all’inizio. Ha uno snodo narrativo e un finale prevedibili ma il modo in cui ci arriva non è totalmente prevedibile. Ci sono delle sequenze genuinamente divertenti che sorprendono. E queste trovate comiche, nella parte iniziale, riescono ad alzare molto le aspettative di uno spettatore che ha iniziato la visione. Sfortunatamente, questa tendenza non viene mantenuta di alto livello per tutta la durata del film. A poco a poco la storia tende a perdere quella freschezza ironica che nella prima parte sembra contraddistinguerla e dotarla di un valore aggiunto di cui molte commedie romantiche sono esenti.

Un fattore sicuramente interessante, però, è il ribaltamento della virilità che il film sembra quasi ostentare. Glen Powell, da poco reduce da Top Gun-Maverick, potrebbe incarnare perfettamente, a primo impatto, lo stereotipo di “uomo forte”. Eppure, qui questa forza viene meno, sostituita da altro. Ben è un pusillanime, a tratti ridicolo e frivolo. Un Ken di Gosling rivisitato. Un C.C Baxter con meno profondità d’animo. Un uomo che, nascosto da un corpo virile, si prende in giro e lascia che siano anche gli altri a farlo. Per tutto l’arco del film è contraddistinto da una esilarante autoironia. In questo buffo e a tratti bambinesco gioco a due è Bea quella che tiene le redini, è lei la testa, le braccia, è lei che guida l’azione.

La chiave giusta per approcciarsi a questo film è accettarlo per quello che è: volutamente leggero, dichiaratamente scontato, spesso smielato in maniera sfibrante, ma divertente. Tutti tranne te è una commedia romantica capace di offrire esattamente quello che ci si aspetta dal genere: due attori fastidiosamente attraenti che sono divisi da problemi in cui tutti possono riconoscersi e un finale che è capace di strappare un sorriso (rassegnato) anche allo spettatore più disilluso.

Dal 25 gennaio al cinema.

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