The Warrior – The Iron Claw, la recensione: i fantasmi del machismo

The Warrior-the Iron Claw, la recensione del film

Le luci sono spente. La folla inizia a rumoreggiare. I riflettori esaltano sudore e sangue. All’angolo destro il cinema della A24, la casa di produzione che ha reso il film indipendente pop. All’angolo sinistro la tradizione del cinema drammatico, il biopic che lotta ogni anno a furia di “pugni nello stomaco”. Ci aspetta uno scontro sensazionale senza esclusione di colpi. The Warrior – The Iron Claw (trailer) è l’unico vincitore plausibile. La storia vera della leggendaria famiglia di wrestler Von Erich diventa in questo film il giusto mix di brillantezza tecnica ed emozione.

Il Texas degli anni ’80 è la terra di nessuno, landa desolata costellata di ranch e poco altro, baluardo fortificato dei repubblicani statunitensi. I tentativi di brillare sono puri delitti di hybris, se Dio ti ha fatto nascere all’inferno è lì che devi rimanere. È proprio qui che iniziano il viaggio e le disgrazie dei fratelli Von Erich. La sfortuna che li assale è talmente plateale da far circolare la voce che dietro il loro nome si celi una terribile maledizione. La vita gioca a dadi con la morte continuamente, ma a Dallas perde sempre. Il lato orrorifico della vicenda viene soppesato nella bilancia della qualità autoriale con la tenerezza del rapporto fraterno: un amore muscolare, di quelli che fan nascondere le lacrime per orgoglio.

La questione della bilancia autoriale, oltre che sul piano narrativo, si dipana anche da un punto di vista tecnico-stilistico. Il regista Sean Durkin dà importanza alle parole scelte; se è di maledizione che si parla il genere da cui pescare è necessariamente l’horror. Ci sembra di assistere al sovrannaturale, iniziamo ad essere convinti anche noi che la realtà fenomenica ed il caso non possano essere spiegazioni plausibili di questa serie interminabile di tragedie. La macchina da presa si muove lentamente, ci fa provare tensione e spavento, avvicinandosi ai vari primi piani dedicati a Kevin Von Erich (Zac Efron), il fratello maggiore. Percepiamo streghe e fantasmi nei punti in cui l’occhio non può arrivare, ci stringiamo nel dolore di queste pedine del destino.

The Warrior- the Iron Claw

The Iron Claw, la tenaglia di ferro, è la tenerezza mascherata da forza, ci ricorda come si rimane aggrappati alla salvezza. La dignità esiste nel dolore, e questa non è solo lo specchio di ciò che gli altri vedono nel lutto, ma la sincerità di un abbraccio consolatorio. Le storie vere al cinema sono quelle più predisposte alla banalità, al buttare sullo schermo i fatti sperando che essi siano abbastanza spettacolari. I pochi casi fortunati collocabili in questo genere sono delle gemme di rara bellezza. Il raccontare un qualcosa che esiste predispone l’autore a due macro aree: la scelta e lo stile. Scegliere è di per sé un atto artistico in quanto espressione della soggettività. Lo stile è riservato all’estro e al talento. Questo film li sfrutta entrambi con grande consapevolezza, aprendo domande piuttosto che regalando risposte.

Ogni tema trattato è circondato da un alone di empatia, un’anima fragile al servizio della bontà, per questo riesce a giocare con il ricordo personale dello spettatore. E restiamo incollati allo schermo, immaginando di tirare un filo. Quando il filo si spezza proviamo a fare un nodo e a ricominciare a tirare, sempre più forte. Per quante volte si spezzerà, ci sarà sempre qualcuno pronto ad aiutarci a ricucirlo. Joe Jackson nel 1982 cantava «but now and then we wonder who the real men are», ci chiediamo chi siano gli uomini veri. Il 2024 con questo film è il momento esatto per ritornare a chiedercelo, iniziando davvero a scardinare i dogmi del patriarcato e della competitività tossica. Una rappresentazione elegante, privata delle tiritere quotidiane, è l’unico approccio plausibile per far sì che ci si fermi davvero a ragionare. Abbracciamo i nostri cari e iniziamo ad assimilare un concetto (che ai fan dei The Cure suonerà familiare): i ragazzi non piangono, ma gli uomini sì.

Dal 1 febbraio al cinema.

Ti potrebbero piacere anche

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ho letto la privacy policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali ai sensi del Regolamento Europeo 2016/679 (GDPR) e del D.Lgs. n. 196 del 2003 cosi come novellato dal D.Lgs. n. 101/2018.