Top Gun: Maverick, la recensione: tra originalità e copia-incolla

Top Gun: Maverick, la recensione

È il 1986, sei in una sala cinematografica in cui proiettano Top Gun, esci e sei felice perché sai che il sequel è già stato scritto e non vedi l’ora di tornare a volare con Maverick (Tom Cruise). Qualcosa, però, infrange i tuoi sogni: il dipartimento della difesa americano ha nuove tecnologie e non vuole che Hollywood le filmi con le sue telecamere. Sequel cancellato, o almeno così si pensava.

È il 2022 e, dopo trentasei anni, ecco che nei cinema torna Top Gun – Maverick (trailer), questa volta per la regia di Joseph Kosinski. Sotto la sua direzione un cast da capogiro con vecchi ritorni, come Tom Cruise e Val Kilmer, interprete di Iceman, ma anche grandi acquisti, per esempio Jennifer Connelly e Miles Teller, che veste i panni del figlio dell’amato Goose. Ma, poiché il film originale è stato iconico anche per la musica, per cui si aggiudicò un Oscar come miglior canzone, con Take My Breath Away dei Berlin, anche per la colonna sonora non si è voluto risparmiare sul budget. Oltre a riprendere la mitica canzone degli anni ’80, Lady Gaga ha firmato un nuovo pezzo Hold My Hand, e al suo fianco ci sono anche Hans Zimmer e Harold Faltermeyer.

Insomma, sembra un vero e proprio ritorno in pompa magna. Ma che missione avrà questa volta il ribelle pilota Maverick? Quella di insegnare. Avevamo infatti lasciato Pete con l’obiettivo di diventare istruttore, ma a quanto pare nel corso della sua carriera i suoi scopi sono cambiati. Sarà Iceman a costringerlo a vestire i panni dell’insegnante, per preparare un gruppo di giovani Top Gun in vista di una missione ai limiti dell’impossibile. Tra questi non poteva mancare il figlio di Goose, che riporterà a galla un passato doloroso e ancora capace di creare ansie e paure.

Top Gun: Maverick, la recensione

È proprio il passato ad essere protagonista di questo secondo lungometraggio che, per tutta la prima metà del film, sembra prendersi un po’ troppo la scena. Gli sceneggiatori, infatti, hanno un po’ abusato dell’effetto nostalgia, riscrivendo passo dopo passo molti snodi narrativi del primo film: dalla sequenza iniziale al bar con incontri imbarazzanti alle canzoni cantate al pianoforte, senza dimenticare le partite in spiaggia a petto nudo.

Se inizialmente questo gioco fatto di citazioni fa sorridere i vecchi fan, alla lunga diventa quasi inquietante, soprattutto nei momenti in cui Bradley, figlio di Goose, imita il padre a tal punto da sembrare il suo fantasma, privo di una propria personalità.

Come detto, però, tale meccanismo viene poi abbandonato, facendo, finalmente, respirare il film di vita propria. Come una pentola a pressione che si vuole liberare dal coperchio, la trama esplode liberando spettacolari voli nel cielo e momenti di suspence che tolgono il fiato. Un film d’azione puro, capace di intrattenere in maniera magistrale.

Top Gun – Maverick, quindi, porta a termine la sua missione: farti uscire di sala soddisfatto e con gli occhi pieni di stupore. Proprio come Maverick nel primo capitolo, però, anche il film non si diploma a pieni voti, arrivando secondo, a pochi punti dalla perfezione.

Il film sarà al cinema dal 25 maggio.

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