Thor: Love and Thunder, la recensione: la rock opera di Taika Waititi

Thor: Love and Thunder recensione film Taika Waititi

Ci vogliono pochi secondi di film per capire che ogni cosa della nuova produzione di Thor: Love and Thunder (trailer) è studiata per rendere omaggio al rock degli anni 80/90 ed all’immaginario cinematografico di quei due decenni. La tradizionale Marvel Fanfare, composta da Brian Tyler, viene sostituita da una cover per chitarra elettrica degna di un concerto dei Queen e fin dalle prime scene è chiaro che la contaminazione con l’immaginario fantascientifico americano sarà il punto di caratterizzazione di tutta l’opera.

Dopo lo shakespeariano Kenneth Branagh ed il solido professionista HBO Alan Taylor, la Marvel ha trovato in Taika Waititi lo stile di svolta per l’immagine di Thor e per il franchise dedicato al suo universo e se Thor: Ragnarok, già tributo a Flash Gordon, è sembrato quasi il corrispondente occidentale di un film di Bollywood, questo Thor: Love and Thunder conferma l’impressione puntando tutto su mezzi straordinari, capireparto fantastici ed un casting da togliere il fiato.

Alla cultura pop di Flash Gordon in questo nuovo capitolo si aggiunge l’immaginario collettivo dei videogiochi arcade degli anni ’80 ed il franchise pop extreme dei giocattoli Mattel di He-man and the Masters of the Universe, e quando Jane Mighty Thor (Natalie Portman) o Thor alzano il martello o l’ascia al cielo ci si aspetta quasi che urlino con buona pace di Kevin Smith “Per il castello di Grayskull!”.

Insomma lasciatevi alle spalle i pregiudizi intellettuali o la conoscenza dei miti classici voi che entrate in sala per vedere il primo Thor senza Loki e fatevi avvolgere da un caleidoscopio di colori e sensazioni, di battute e battutacce, di figure freudiane all’acqua di rose e di sfrontate e coloratissime cafonate da cui potrete prendere distanza appena usciti dalla sala dopo esservele godute in segreto.

Thor: Love and Thunder recensione film Taika Waititi

Thor: Love and Thunder si candida per essere un guilty pleasure generazionale da vedere e rivedere in blu-ray per riconoscere tutti gli dei presenti nel teatro di Zeus, o per provare a riconoscere tutte le citazioni rock presenti nei brani originali o i rimandi metaforici fra immagine e testo delle canzoni rock classiche che fanno da corredo visivo alle scene di azione. Potete giocare anche a indovinare la citazioni nascoste nelle frasi che rimandano ai testi dei grandi brani rock oppure a studiare il significato pop rock dei nomi dei personaggi, o perfino cercare di identificare la provenienza di quelle armonie che risuonano improvvisamente durante la battaglia e che non riconoscete ma avete dannatamente già sentito da qualche parte.

A onor del vero si può perfino affermare che Thor: Love and Thunder contiene una scena con bambini che potrebbe facilmente essere la sequenza più bella mai vista in un film della serie di Thor (si resta vaghii per non rovinare l’emozione dello spettatore), oppure i richiami LGBTQ+ tra i più espliciti e sfacciati che si siano mai visti in un film Marvel Disney.

Il nuovo giocattolo di Taika Waititi supera i recenti Spider-Man: No Way Home e Doctor Strange nel Multiverso della Follia per leggerezza di base, ma sorprendentemente riesce anche a batterli per carica drammatica affrontando un tema come il lutto e la malattia con una semplicità ed una precisione che si sono visti mancare nei film sopracitati, pur essendo stati entrambi ricchi di possibilità. Un film che nasce volutamente trash e come tributo alla serie B degli anni ’80 ma che ne supera la superficialità rivelandosi un documento prezioso per comprendere i mutamenti del costume del tempo in cui è stato prodotto…Tutto il resto è fracasso e capre giganti.

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