The Pale Blue Eye – I delitti di West Point, la recensione del film su Netflix

The pale blue eye

È ormai risaputo come Netflix, da diverso tempo a questa parte, sia in grado di offrire ai suoi abbonati prodotti cinematografici di altissimo livello sotto ogni aspetto, dalla regia sopraffina alla sceneggiatura intricata, passando per le rinomate star coinvolte. The Pale Blue Eye – I delitti di West Point (trailer) non è certo da meno, presentandosi al pubblico come un thriller psicologico con Christian Bale interprete del protagonista Augustus Landor.

Tante sono le tematiche intrecciate attorno al plot principale, focalizzato sulla risoluzione di un caso di omicidio. Il labile confine tra vita e morte, ad esempio, ci viene presentato prima ancora del protagonista e fa da sfondo a numerose tematiche minori, ma pur sempre importanti. The Pale Blue Eye – I delitti di West Point conduce lo spettatore in un mondo di riflessioni senza tempo sull’opposizione scienza-religione, sulla vita dopo la morte, sull’importanza del libero arbitrio, arrivando fino al mondo dell’occulto e dei riti satanici.

Nonostante la poca “azione” all’interno del lungometraggio di Scott Cooper (di cui è sceneggiatore e regista), non si può non rimanere incollati alla cupa vicenda che ci viene raccontata. Ogni elemento, ogni dialogo, ogni evento proposto si incastra alla perfezione in un complesso meccanismo, lasciando emergere una cura per i dettagli probabilmente frutto di anni e anni di lavoro e attenzione.

Il ritmo narrativo, piatto ma intrigante nella prima ora di film, accelera poi in maniera brusca, iniziando quel processo di raccolta degli indizi seminati, con una minuzia geniale, sin dalla prima scena. Lo spettatore viene travolto da un crescendo di eventi che si ripercuote indubbiamente sulle tante emozioni provate nel giro di pochi minuti. The Pale Blue Eye – I delitti di West Point gioca con la psicologia e l’emotività degli spettatori e non solo con quella dei suoi personaggi, dimostrandosi capace di spostare con poche scene i sospetti su chi, fino a quel momento, non avevamo minimamente considerato come papabile colpevole del delitto.

La grandezza di The Pale Blue Eye – i delitti di West Point non si ferma di certo ad una scrittura minuziosa e ragionata. La regia e la fotografia del film, contribuiscono a ricreare quell’atmosfera di tristezza e cupezza caratteristica del protagonista. Christian Bale si dimostra perfettamente a suo agio nei panni dell’investigatore dal passato tormentato, così come è perfetta l’intesa con Harry Melling, interprete di un giovane Edgar Allan Poe.

Poca, invece, è l’attenzione alla gestione di conflitti e tormenti dei personaggi al di là del protagonista, complice anche una trama di investigazione che riveste una centralità assoluta in un’ opera (apparentemente) plot – driven. Le preoccupazioni e i pensieri dei personaggi vengono spesso espressi attraverso il dialogo, onnipresente in quasi tutto il lungometraggio e privilegiato rispetto ad altre soluzioni di messa in scena.

Il 2023, a livello cinematografico, si apre in maniera sorprendente, proprio come The Pale Blue Eye – I delitti di West Point. Adattato dall’omonimo romanzo di Louis Bayard, abbiamo di fronte un lungometraggio in grado di giocare con le emozioni dello spettatore come pochi prima di lui, lasciando un’inspiegabile soddisfazione nel vedere come, minuto dopo minuto, ogni tassello trovi il suo posto in maniera perfetta e ordinata, esibendo il minuzioso lavoro dietro quest’opera. Il giocare con lo spettatore attraversa anche il piano psicologico, suscitando in lui pensieri paradossali che vengono prima contraddetti, poi confermati, poi di nuovo contraddetti. Per chiunque sia appassionato di thriller e gialli, o per chi non lo sia, The Pale Blue Eye – I delitti di West Point è indubbiamente la scelta giusta.

Disponibile su Netflix dal 6 gennaio.

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