Sulle note di Le campane di Notre Dame, con una meravigliosa sequenza che raffigura la Parigi del 1498, inizia il capolavoro disneyano diretto da Gary Trousdale e Kirk Wise. I due registi, dopo il successo di La Bella e la Bestia, si cimentano in un altro film d’animazione ambientato in Francia, ma questa volta proprio nella capitale. Il trentaquattresimo classico Disney si basa sull’omonimo romanzo di Victor Hugo, i cui temi cruenti, nonostante la contrarietà dei seguaci dell’autore francese, furono attenuati e moderati per un pubblico più giovane. Gli autori riuscirono perfettamente a mantenere le tematiche mature come l’infanticidio, il fanatismo religioso, il razzismo, il genocidio, modificando però la storia e stravolgendola nella maggior parte delle volte per poter creare un contenuto godibile per tutte l’età. Il Gobbo di Notre Dame è una storia straziante, lugubre e cruda, che è però riuscita a conquistare sia bambini che adulti.
Nel campanile della cattedrale si nasconde Quasimodo, un gobbo deforme, il cui desiderio più grande è la libertà, poter scendere in città e vivere la sua vita, senza più nascondersi. Vent’anni prima, il giudice Frollo dopo aver ucciso la madre di Quasimodo, poiché zingara, venne convinto dall’arcidiacono a prendersi cura del deformato figlio. Fu Frollo stesso a tenerlo prigioniero, convincendolo a non uscire credendolo un demonio per il suo aspetto fisico. Sarà grazie all’aiuto dei tre gargoyle che vivono nella cattedrale e soprattutto all’incontro con la zingara Esmeralda, anche lei vittima della paura del “diverso”, che riuscirà a vedere la sua bellezza interiore, superando l’aspetto fisico.
La diversità è appunto il tema più importante del film. Sia il gobbo che Esmeralda sono vittime di discriminazioni, uno per il suo aspetto esteriore, deriso da tutti gli abitanti, e l’altra perseguitata per le sue origini. Esmeralda risulta una donna estremamente coraggiosa, una vera e propria eroina, che non solo sarà colei che salverà Quasimodo dalla folla, e lo aiuterà nel suo percorso formativo, ma sarà la prima ad opporsi e a ribellarsi a Frollo.
Il giudice Follo è un antagonista estremamente interessante e il più singolare del mondo Disney, vuole uccidere tutti gli zingari della città e quindi anche Esmeralda, ma la ama, è ossessionato da lei. Il suo amore è possessivo e malato, e lo divide tra l’attrazione per lei e la sua religione, le sue convinzioni. Il dilemma di questo personaggio e la sua profondità psicologica viene rappresentata appieno da Fiamme dell’Inferno, canzone ispirata alla Te Deum della Tosca di Puccini, nella quale esprime il suo desiderio che ella sia di sua proprietà, oppure che muoia.
Nella scena musicale, una delle più inquietanti nel panorama Disney, vi sono numerosi elementi ecclesiastici, è una esplicita critica alla Chiesa e al suo potere. Ovviamente è stata più addolcita rispetto all’opera originale, per evitare che una industria come la Disney potesse offendere in alcun modo i diversi gruppi religiosi. Ma per quanto Frollo sia un giudice, è evidente il suo forte vincolo alla Chiesa e alla fede religiosa. Non rappresenta un lato buono della Chiesa, Frollo è malvagio, inumano. Fin da subito mostra il suo disprezzo per i diversi, la sua volontà di uccidere tutte le persone che reputa inferiori e impuri.
Il Gobbo di Notre Dame si differenzia dagli altri classici Disney anche nel finale, che non rispecchia l’ideale di happy ending a cui la casa di produzione ci ha abituati, Esmeralda non si innamora del Gobbo, non vivranno felici e contenti insieme, ma resteranno amici. Quasimodo, però, ottiene quello che ha sempre sognato fin dall’inizio, la libertà.
Nel 2002 girarono il sequel, il quale fu accolto in maniera negativa dalla critica, specialmente per i disegni, che non erano all’altezza della prima pellicola. Nonostante questo ultimo fallimento, nel gennaio del 2019 annunciarono il progetto di un live action, con Josh Gad come possibile produttore e protagonista (che ha già collaborato con la Disney prestando la voce al personaggio di Olaf in Frozen e interpretando Le Fou nel live action La Bella e la Bestia).
Il Gobbo di Notre Dame è un grande classico, che è rimasto nell’immaginario collettivo, tanto che a seguito del tragico incendio della cattedrale di Parigi, divenne virale la vignetta di Cristina Correa Freile raffigurante il Gobbo che abbraccia piangendo la cattedrale. La multinazionale donò cinque milioni di dollari per la restaurazione dell’opera architettonica che fece da sfondo ad uno dei loro maggiori capolavori, come fece Hugo, il quale, attraverso la sua opera letteraria, avviò una campagna di sensibilizzazione che portò al restauro della guglia abbattuta durante la Rivoluzione Francese.
Senza dubbio il film più maturo della produzione Disney
La mia vita è una strada. Ho bisogno di andare avanti. La gente del cinema dice…