#RomaFF18: Past Lives, la recensione del film di Celine Song

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Come cambierebbero le nostre vite se avessimo incontrato persone diverse nel corso della nostra esistenza e se le scelte che abbiamo compiuto in passato fossero state diverse? L’opera prima della regista canadese di origini sud-coreane, Celine Song, si interroga proprio su questo tema. Presentato alla 18ᵃ Festa del Cinema di Roma nella sezione Best Of 2023, Past Lives (trailer) aveva già sorpreso il pubblico del Sundance Film Festival e della Berlinale, mettendo d’accordo la critica e gli spettatori, risultando probabilmente uno dei titoli più promettenti di quest’anno.

Prodotto dalla ormai nota casa di produzione A24, che anno dopo anno si consolida sempre di più, il film narra la storia di Nora (Greta Lee) e Hae Sung (Teo Yoo), amici d’infanzia costretti a separarsi da giovani quando Nora e la sua famiglia si trasferiscono dalla Corea del Sud in Canada. Parecchi anni dopo si ritroveranno tramite Facebook e, soprattutto, ritroveranno quel legame profondo che li aveva legati fin da piccoli. Passerà del tempo prima che Hae Sung trovi il coraggio di andare a trovare Nora di persona, ormai sposata e trasferitasi a New York, per un breve periodo all’insegna di pensieri, sguardi e ricordi.

Attingendo da una sua esperienza personale, la regista crea una storia delicata e sensibile che vuole riflettere su come il destino e l’amore molto spesso regolino e plasmino le nostre vite. È l’in-yun di cui parla Nora, quel fato per cui se due estranei si sfiorano accidentalmente, allora in una qualche vita passata doveva esserci stato qualcosa che li univa. La profondità di questo tipo di destino dipende dal rapporto che si ha con l’altro, più è stretto e più strati di in-yun legano le vite passate di due persone. Da qui il titolo del film: l’intesa di Nora e Hae Sung è la prova che anche in un’altra esistenza i due sono destinati ad essere legati. Proprio come se ci prendessimo un momento di riflessione, Celine Song ci porta all’interno delle vite dei protagonisti, offrendoci la possibilità di contemplare luoghi, oggetti e gesti dei personaggi, dando allo spettatore l’impressione di ricordare le emozioni insieme a loro.

Oltre alla bravura degli attori principali – specialmente Greta Lee che regala un’interpretazione contenuta ma magnetica – ciò che salta più all’occhio è, non a caso, la poeticità delle inquadrature, spesso minimali ma capaci di comunicare istantaneamente e in maniera visiva i sentimenti che Nora e Hae Sung provano in quel momento. Questo, insieme alla splendida scrittura in grado di toccare nel profondo lo spettatore, sono la chiave del successo che Past Lives sta ricevendo a livello internazionale.

Nonostante il panorama cinematografico sia già stato segnato spesso in precedenza da pellicole su amori mancati (fra i tanti celebri si può ricordare il profondissimo In the Mood for Love, del regista di Hong Kong Wong Kar-wai, anch’esso riproposto quest’anno alla Festa del Cinema di Roma), Past Lives splende per la sua semplicità nel parlare a chi guarda, nel mostrare una storia comune su persone comuni, ma, proprio per questo, in grado di parlare a tutti. Celine Song dimostra già di avere tutte le carte in regola per potersi affermare come una regista di talento e, con un debutto del genere, non possiamo fare a meno di chiederci cos’altro ci proporrà in futuro.

Nelle sale italiane arriverà il prossimo febbraio per San Valentino. Una buona scelta di marketing, forse, ma attenzione a non aspettarsi nulla di estremamente sdolcinato: c’è il rischio di uscire dalla sala con il cuore pesante.

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