Intervista a Luca Valdiserri: la realtà di 24 Frame al Secondo

francesco valdiserri, disegno
Disegno realizzato da Paolo Virzì

Lo scorso 16 aprile, presso il cinema Troisi, si è svolta la premiazione del concorso di cortometraggi 24 Frame al Secondo, organizzato da Luca Valdiserri e dall’associazione Controchiave. Il festival è dedicato a Francesco Valdiserri, figlio di Luca, nonché studente della Sapienza, scomparso tragicamente nell’ottobre del 2022. Le grandi passioni di Francesco per la musica e per il cinema hanno dato vita a questa realtà che ha visto coinvolti giovani e giovanissimi con la passione per il videomaking. A decretare i vincitori una giuria selezionata con a capo il regista Paolo Virzì.

Tra i premi assegnati il primo se lo è aggiudicato La Corsa, cortometraggio realizzato dai ragazzi del quarto anno del Liceo Tasso di Roma. Il corto ripercorre un diciottesimo compleanno e delinea il passaggio dall’adolescenza all’età adulta. Tra cortometraggi realizzati unicamente con lo smartphone e film homemade, le proposte dei ragazzi sono state animatamente apprezzate. Abbiamo avuto, a tal proposito, il piacere di intervistare Luca Valdiserri.

Innanzitutto ti volevo chiedere come è nata l’idea di organizzare un concorso di cortometraggi aperto ai giovani e come è stata nel concreto l’organizzazione.

Francesco è stato per pochi mesi uno studente del corso di studi in Letteratura Musica e Spettacolo dell’università La Sapienza. Era un grandissimo appassionato di cinema, ma soprattutto di musica. Era felicissimo di frequentare questo corso. Quando Francesco è venuto a mancare, abbiamo pensato alla modalità migliore per tenerne viva la memoria attraverso le sue passioni. Per la musica abbiamo organizzato dei concerti, riguardo al cinema invece, insieme a Controchiave, l’anno scorso abbiamo realizzato un cineforum con cinque film sul tema dei giovani ed il lavoro. Dopo il film è stato organizzato un dibattito con lo scopo di dialogare sulle tematiche. Per noi era importante che si ricominciasse ad andare in sala, guardare i film e discuterne insieme. Quindi abbiamo deciso di organizzarlo anche quest’anno, questa volta a tema coming of age. E da questo è nata l’idea di far realizzare dei corti proprio dai ragazzi.

E si è avvalso della collaborazione con Paolo Virzì…

Conosco Paolo Virzì da tempo e quest’anno gli ho chiesto se fosse disposto a fare da presidente di giuria. Mi ha dato massima disponibilità. Ha visto e commentato tutti i corti. Direi che è stato un esperimento riuscito, abbiamo riempito la sala, sarà sicuramente da riproporre il prossimo anno. Il nostro obiettivo era proprio quello di spingere i giovani a “fare” e non solo a studiare la teoria sui libri. La Corsa è un bel prodotto, pensare che sia stato realizzato da ragazzi così giovani fa effetto. A noi interessava anche che i partecipanti si raccontassero, che si avvicinassero al cinema non solo come spettatori passivi, ma come creatori.

Tra i corti del concorso i temi ricorrenti sono l’avanzare dell’età, il trovare il proprio posto nel mondo e la potenza dei ricordi.

Come temi da seguire avevamo dato proprio questi, con l’intento di creare un fil rouge. In realtà, durante la serata di premiazione abbiamo proiettato dei film molto belli che con le tematiche in questione c’entravano ben poco. Quindi, un’idea per il prossimo anno potrebbe essere quella di lasciare un tema libero. Dare una traccia, secondo me è stato utile per la prima edizione. Non sapevamo quanti si sarebbero iscritti. Alla fine, il successo è stato superiore ad ogni nostra aspettativa. La qualità dei corti che hanno partecipano a 24 Frame al Secondo, secondo Virzì, è stata molto promettente. Quello che chiedevamo in primis era spontaneità, prima ancora della qualità tecnica.

Pensi che oggi ci sia bisogno di incrementare le attività artistiche e cinematografiche nelle scuole?

Assolutamente sì. Ma non perché non sia utile apprendere sui libri, però l’idea di dare ai ragazzi la possibilità di esprimersi con qualcosa creato da loro è fondamentale. Molti dei corti che abbiamo ricevuto erano semplici, eppure super efficaci. Avevano qualcosa di vero, di sincero. Quando andavo a scuola potevamo organizzare un sacco di cose. Avevamo il liceo a disposizione nel pomeriggio, era uno luogo di ritrovo, in cui confrontarci, crescere insieme. Questa tendenza nelle scuole di oggi si è andata a perdere. Vorrei rivedere una scuola così. Tante cose le capisci solo provando a farle. Chi ama il cinema deve avere anche la possibilità di provare a farlo oltre che a studiarlo, e la scuola dovrebbe aprire a possibilità di questo tipo.

Ci puoi anticipare qualche iniziativa che state progettando per il futuro?

Oltre alla nuova edizione di 24 Frame al Secondo, con l’associazione Dominio Pubblico organizzeremo un evento a giugno al Teatro India dove verranno anche proiettati dei corti. Ci sarà inoltre, più o meno verso il 21 giugno (che è la Festa nazionale della Musica) un evento musicale che coinvolgerà la band in cui suonava Francesco. L’anno prossimo invece speriamo di organizzare delle manifestazioni di questo tipo in Sapienza.

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