#AsianFilmFestival19: Love After Love, la recensione

Ann Hui è una pagina di storia del cinema contemporaneo ed ogni suo film è ormai l’emblema iconico di un periodo storico ben preciso, che ha lasciato un segno indelebile nell’immaginario collettivo del cinema tanto orientale quanto occidentale. Probabilmente insieme a Clara Law la regista Hui rappresenta la prima importante onda femminile del cinema di Hong Kong, ed è sicuramente uno dei nomi più influenti di quella rivoluzione cinematografica oggi riconosciuta come Hong Kong New Wave. In Italia la regista è soprattutto nota per il suo cult movie Boat People e per il più recente e meraviglioso A Simple Life. L’universo filmico di Ann Hui unisce in sé cinema realista e cinema di denuncia civile, collocando la sua filmografia fra Jane Campion e Ken Loach. Il film Love After Love risale al 2020 ed è stato un fortunato blockbuster in Cina, senza però aver potuto ritrovare lo stesso livello di successo in Occidente a causa della chiusura delle sale per il Covid.

La regista Hui si è formata come assistente del maestro King Hu letteralmente riconosciuto come il Sergio Leone del cinema wuxiapian (storie di cavalieri erranti e creature fantastiche), ma il suo cinema da regista ha sempre prediletto il mondo autoriale con forti commistioni nel melò. Love After Love è un film in costume ambientato in una Hong Kong coloniale che subisce un’influenza diretta e totale dell’Inghilterra. La protagonista è una ragazza di umili origini che chiede aiuto alla zia facoltosa per proseguire i suoi studi e sarà travolta da un mondo effimero di feste galanti, giovani ben vestiti e donne di servizio che cambieranno la ragazza per sempre. Ma i veri e profondi cambiamenti saranno sentimentali: la ragazza resterà travolta da un amore sbagliato e da un mondo dove le donne sono oggetto dell’interesse maschile senza poter mai raggiungere la libertà come individui. La massima possibilità di affermazione per una donna si rivela nella vedovanza e nelle strategie di manipolazione e controllo dello spasimante o del facoltoso “zio” (predecessore dei moderni sugar daddy).

Il film di Ann Hui vanta una squadra tecnica decisamente di valore: la scelta dei capi reparto in questo film è stata talmente importante che la produzione ha perfino prodotto dei teaser poster con le loro fotografie, collocandoli così al pari dei divi a cui tradizionalmente è dedicata questo tipo di pubblicità. La colonna sonora del film è firmata dal giagante giapponese Ryuichi Sakamoto, autore delle musiche originali dei film Furyo (in cui recita lui stesso a fianco di David Bowie e Takeshi Kitano), L’ultimo imperatore e Revenant – Redivivo. La fotografia è invece curata dal famosissimo Christopher Doyle, a cui il regista Wong Kar Wai deve moltissimo, che ha firmato un grande numero di capolavori fra cui In the Mood for Love, Paranoid Park, Hero e Hong Kong Express. I costumi di scena sono stati invece curati dalla compianta Emi Wada, che ha firmato nella sua carriera gli abiti per capolavori orientali come Ran e Sogni di Kurosawa Akira, Hero e La foresta dei pugnali volanti di Zhang Yimou,così come capolavori sperimentali come Ghoatto – Tabù di Oshima Nagisa e Otto donne e 1/2 di Peter Greenaway.

Love After Love è una gioia per gli occhi ed il frutto di un’operazione produttiva enorme, destinata a lasciare un segno nel cuore dei cinefili più preparati.

Ti potrebbero piacere anche

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ho letto la privacy policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali ai sensi del Regolamento Europeo 2016/679 (GDPR) e del D.Lgs. n. 196 del 2003 cosi come novellato dal D.Lgs. n. 101/2018.