#AsianFilmFestival19: Moonlight Shadow, la recensione

Moonlight Shadow recensione film Edmund Yeo

Ritorna al cinema il mondo magico e melanconico della grande scrittrice Banana Yoshimoto con l’adattamento del racconto omonimo presente in Kitchen, la sua antologia più famosa ed il volume chiave che le ha permesso di essere nota in tutto il mondo. Alla regia di Moonlight Shadow (trailer) Edmund Yeo, che esordì nel 2008 con il brillante Chicken Rice Mystery confermando poi con i successi di River of Exploding Durians (2013) e Malu (2020) la sua capacità di unire elementi onirici e surreali a tematice melodrammatuche e realiste.

Per questo adattamento della Yoshimoto, Yeo si appoggia allo sceneggiatore Tomoyuki Takahashi che giunge alla sua sesta sceneggiatura forte degli apprezzamenti ottenuti in Giappone per i film Domains ed Happy Hour. A brillare in questo lavoro sono sopratutto gli attori, a cominciare dalla brava Nana Komatsu, già vista in Silence di Martin Scorsese e in Samurai Marathon – I sicari dello shōgun di Bernatrd Rose. Meritano una segnalazione anche altri due attori meno centrali come la brava afro-giapponese Nana Nakahara che si mostra interessante, carismatica e promettente, e lo straordinario Himi Satô perfettamente capace di rubare la scena ai protagonisti.

Il film rispecchia molti temi cari alla scrittrice Yoshimoto, dal lutto alla magia dei sentimenti, l’identità liquida dei suoi protagonisti e le relazioni atipiche e libere fra i personaggi che costruiscono uno spaccato alternativo rispetto ai temi e alle nevrosi normalmente narrate nei film giapponesi contemporanei. Il film si mostra però un pò troppo sottotono, forse complice la voglia di dare più spazio ai dialoghi che alla forza visiva, forse perchè quando si tratta di lutto è necessaria una delicatezza ed una sobrietà doverosa, ma alla fine l’opera sembra un pò troppo prevedibile. Una delicata parabola sull’amore, il lutto ed il bisogno di sentire vicini i cari perduti che funziona alla perfezione sulla carta ma nella resa cinematografica perde un pò del suo fascino, con una costruzione della sceneggiatura che non riesce a garantire i necessari colpi di scena per mantenere alata l’attenzione dello spettatore fino alla fine del racconto.

Il film di Edmund Yeo insomma non è in grado fino in fondo di coinvolgere lo spettatore pur mostrando un cast notevole ed una regia capace. L’adattamento perde nella stesura il fascino del testo originale di Banana Yoshimoto portandoci una storia con un ricco potenziale che però non riesce ad esprimere appieno.

Moonlight Shadow è stato presentato alla 19esima edizione dell’Asian Film Festival.

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