Raised by Wolves, la recensione della serie su Sky

Raised By Wolves

Aaron Guzikowski si è fatto conoscere per la sceneggiatura del film di Denis Villeneuve Prisoners e pochi anni dopo ha avuto il suo primo incarico come showrunner della serie televisiva The Red Road. Ora con il progetto Raised By Wolves (trailer) prodotto da Ridley Scott si colloca fra i nomi più interessanti del 2020. La serie di fantascienza, che vanta la presenza del regista inglese sia come produttore che come effettivo regista delle prime due puntate, narra l’odissea dell’umanità divisa in due fronti inconciliabili e destinata all’estinzione.

Mentre una gigantesca nave madre lascia la terra con una selezione di esseri umani fedeli del culto pre-cristiano di Mitra, una piccola nave spaziale approntata dagli atei comincia il suo viaggio senza aria o cibo con a bordo due androidi programmati per accudire e crescere gli umani e alcuni embrioni ibernati. I due fronti di ciò che resta dell’umanità si ritroveranno sullo stesso pianeta selvaggio abitato da creature semiumane e con spaventosi segreti nascosti nelle viscere del suo nucleo.

Le prime puntate della serie, quelle dirette da Ridley Scott, sono favolose, essenziali e raffinate, perfettamente funzionali allo sviluppo della trama e con un cast assolutamente magnetico. Poi la cosa va indebolendosi, sebbene la compattezza del racconto non finisca mai per stancare lo spettatore. La serie riprende le grandi figure mitologiche e religiose della storia umana ricostruendole in chiave fantascientifica ed attraverso nuove soluzioni narrative stimolanti ed intriganti. Se i personaggi adulti non smettono mai di essere ambigui e pericolosi, vittime di una potentissima dualità che li rende a tratti nevrotici o schizofrenici e questo vale anche per gli androidi, i bambini anche quando costretti a fare il loro peggio, sono il punto di attrazione dello spettatore, la speranza di un mondo migliore, ma anche la base per la fondazione di un mondo nuovo aperto ad una nuova visione della vita e della civiltà.

Raised by Wolves recensione

Una particolare cura è stata riservata agli androidi che in tutto e per tutto sembrano provenire dalla stessa tecnologia di quelli visti nei film della serie Alien curata proprio da Ridley Scott. Le creature sono la soluzione più intrigante della serie e la loro evoluzione trascende la logica cibernetica a favore di una evoluzione più liquida e creativa, sono sostanzialmente individui sintetici in formazione e crescita con le medesime complessità psicologiche degli umani e gli stessi tormenti interiori.

La prima parte della stagione di Raised by Wolves coinvolge pienamente lo spettatore ed apre diverse questioni sull’educazione dei figli o sulla natura del pensiero umano. La seconda cede di più alla semplificazione, motivata dal bisogno di dare almeno parziali risposte allo spettatore e cade nella banalità di una genesi fantascientifica della vita umana che non riesce a trovare soluzioni innovative e si ripiega, forse un po’ troppo, nella tradizione culturale religiosa.

Raised by Wolves è disponibile su Sky a partire dall’8 febbraio.

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