Il colore venuto dallo spazio, la recensione del film su Sky

Venticinque anni dopo il suo ultimo lavoro accreditato da regista, Richard Stanely torna in gioco ripartendo da Howard Phillips Lovecraft e questo è già di per sé un piccolo evento. Il film che ne deriva, Il colore venuto dallo spazio (trailer), è un delizioso lavoro di scrittura e recitazione, disturbante ed affascinante, che sembra nato per il teatro tanto è ampio lo spazio per gli attori ed alta la qualità dei dialoghi.

Il racconto The Colour Out of Space è stato scritto nel 1927 da Howard Phillips Lovecraft, ambientato nella contea di Arkham. Narrato in prima persona da un teorico testimone, che indaga sugli strani fatti che hanno per sempre mutato e disabitato un villaggio, è un diario redatto con precisione scientifica e dovizia di particolari nello stile che contraddistingue la letteratura fantastica dell’epoca.

L’adattamento cinematografico del racconto crea dal nulla la maggioranza dei personaggi e trasforma in modo piuttosto radicale quelli già esistenti. Eppure lo script di Richard Stanley e Scarlett Amaris non viola le sfumature uniche dello stile di Lovecraft e pur cambiando l’epoca di ambientazione e incentrando la storia su una famiglia, mantiene il nucleo più solido del racconto onorandone così la struttura e rispettandone la provenienza.

Richard Stanley è un decano del cinema fantastico che, esploso nella seconda metà degli anni ottanta, è svanito nel nulla negli anni novanta dopo aver fatto parlare di sé nella scena mondiale del cinema fantastico ed horror. Dopo alcuni riusciti esperimenti teatrali e audiovisivi londinesi, Stanley raggiunge il successo internazionale nel 1990 con il cult movie Hardware, un film innovativo ed originale che unisce un gusto cyberpunk al sottogenere final girl con una fotografia e una scenografia uniche, che offrono una fantastica resa visiva ed una storia decisamente fuori dal comune.

Il colore venuto dallo spazio

Nel 1992 la sua mitolgia viene alimentata dal suo secondo lungometraggio Dust Devil – Demoniaca con ambientazioni originali e fortemente suggestive nonché ricche di simbologie. Nel 1994 realizza per Marillion l’esperienza visiva di 45 minuti Brave e con questo esperimento si chiude la sua ascesa, il regista scompare nel nulla sostituendo registi in progetti fallimentari e perdendosi fra documentari e cortometraggi che non raggiungeranno più il grande pubblico. La mitologia intorno a Richard Stanely cresce grazie anche alla sua scomparsa dalla scena, i suoi film diventano perle preziose da riproporre ai festival o ai cineforum più ricercati d’Europa, alcuni anni fa le sue prime opere sono state restaurate e rilanciate dalle nuove piattaforme streaming aiutando la sua rinascita artistica.

La scelta di alcuni elementi stilistici e dettagli della fotografia sembra voler rendere omaggio ad un flusso di autori di b-movie che operarono e raggiunsero la notorietà proprio durante l’era d’oro di Richard Stanley: Stuart Gordon (come regista) e Brian Yuzna (come sceneggiatore). Gordon e Yuzna si cimentarono con Lovecraft più volte con piccoli film originalissimi nella messa in scena, indimenticabile il loro colorato e coraggioso adattamento del racconto Herbert West, rianimatore da cui trassero il cult movie Re-Animator e l’altrettanto coraggioso From Beyond. Entrambi i film sembrano legati geneticamente al film Il colore venuto dallo spazio di Stanley.

Il film trasporta una famiglia americana media nei meandri delle proprie fantasie più sconcertanti. Le paure, le rabbie represse, il dolore e le mostruosità che la ragione è sempre riuscita a contenere e reprimere diventano mostri incarnati a causa di un misterioso meteorite e di una forma di vita nascosta in esso. Se nel racconto di Lovecraft le mutazioni ambientali, fisiche e mentali dei protagonisti impiegano stagioni intere per definirsi nel film di Stanley, le cose precipitano in pochi giorni, portando verso conseguenze incredibili e spaventose. Nicolas Cage mostra tutto il suo smalto (dopo anni di film dimenticabili) e sfrutta l’occasione per ricordarci il suo talento e la sua qualità attoriale con una performance di fortissima efficacia.

Il nuovo adattamento di Lovecraft merita la visione e la considerazione se si ama il cinema fantastico ed un modo di fare storie d’orrore più raffinato e ricercato del tipico prodotto da urli e coltelli.

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