#RomaFF18: Catching Fire: The Story of Anita Pallenberg, la recensione del film di Svetlana Zill e Alexis Bloom

Anita Pallenberg, modella e attrice attiva a partire dagli anni Settanta fino al 2011, viene spesso ricordata solo in veste di fidanzata di Brian Jones e, successivamente, moglie di Keith Richards. Eppure chiunque la ricordi non può che descriverla come una donna magnetica ma genuina che, grazie al suo immenso carisma, è riuscita a farsi strada nel mondo dello spettacolo trasferendosi a New York a soli diciannove anni senza conoscere una sola parola in inglese. Catching Fire: The Story of Anita Pallenberg (trailer) si impegna a raccontare e dare visibilità a un personaggio spesso relegato a “fidanzata” o “moglie” di qualcun altro.

Presentato nella sezione Best of 2023 della 18° edizione della Festa del Cinema di Roma, il documentario di Svetlana Zill e Alexis Bloom ricostruisce con minuzia di dettagli la sua vita attingendo a foto e video dell’epoca. E lo fa raccogliendo quante più dichiarazioni possibili dalle persone a lei care, tra cui il figlio Marlon Richards, presente fin dalle prime scene, e la figlia Dandelion Angela Richards. Tra le fonti c’è anche un inedita biografia scritta dalla stessa Anita che viene sapientemente letta e interpretata da un’attrice.

La storia è avvincente: nata a Roma durante la guerra, Anita viene spedita in una scuola di suore in Germania; questa imposizione da parte della famiglia non scalfirà la sua indole indomabile che emerge prepotentemente nel suo periodo in America, dove inizia a lavorare come modella con artisti di alto calibro tra cui anche l’esponente principale della pop-art, Andy Warhol. La prima relazione amorosa degna di nota è con l’insicuro chitarrista della rock band londinese The Rolling Stones, Brian Jones. La storia tra i due decolla velocemente tanto quanto finisce per degradarsi; nella fase iniziale Brian acquista sicurezza e i due innamorati vivono quasi un rapporto simbiotico dove, però, è Anita quella capace di catalizzare l’interesse e l’attenzione altrui. Nel tempo l’uomo inizia a diventare sempre più irascibile e violento, complice il massiccio uso di droghe da parte di entrambi. Anita tuttavia risponde al fuoco con altro fuoco, rifiutandosi di sottostare al fidanzato.

La dinamica tra i due precipita con il viaggio a Tangeri, raccontato dettagliatamente in tutte le sue fasi nell’autobiografia. Il viaggio inizia proprio a causa di un gesto azzardato fatto dallo stesso Brian che, drogandosi davanti ad un giornalista, aveva portato a una serie di arresti. In attesa del processo Anita, Brian e Keith avevano deciso di allontanarsi da Londra. L’avventura si conclude con una definitiva rottura tra Anita e Brian e mette le basi per la nuova relazione con il chitarrista Keith.

Nonostante queste dinamiche amorose prendano molto spazio all’interno del documentario, i registi decidono di ricordare e celebrare la donna anche attraverso i successi raggiunti per mezzo della sua carriera di attrice: viene citato il ruolo di regina cattiva in Barbarella e quello di una prostituta che si ribella al suo pappone in Degree of Murder. Una volta rimasta incinta del primo figlio però Keith sembra ostracizzare il suo lavoro, che si trasforma in “coordinamento” del nuovo disco degli Stones da incidere nella loro casa. L’ambiente artistico e culturale del tempo viene raccontato alla perfezione, sia con foto e video che per mezzo delle interviste, così da rendere ovvio come un’operazione del genere sia stata fisicamente e mentalmente sfiancante per Anita che, oltre al figlio, doveva occuparsi di tutte le persone che si erano stabilite in casa propria e che potevi trovare, a qualsiasi ora, in condizioni psicofisiche decisamente alterate dalle varie sostanze stupefacenti.

Anche in questo caso è l’irruzione della polizia che fa muovere Anita e Keith verso un nuovo capitolo della loro vita, trasferendosi in Svizzera. In quel periodo Anita, forse in modo più cosciente rispetto a quelli precedenti, ammette di non potersi prendere pienamente cura dei figli a causa della sua dipendenza dalle droghe. I periodi di disintossicazione sono frequenti nella vita di Anita ma nessuno pare avere effetto, almeno fino a quando una tragedia non la farà colare a picco dentro i suoi demoni. Keith è in tournée quando il suo terzo figlio, di sole dieci settimane, muore; Anita è completamente sola con due bambini a cui badare e il senso di colpa di non essere riuscita a salvare il suo piccolo. La famiglia dopo questo tragico evento viene divisa: Angela va a stare permanentemente dai nonni mentre Marlon continua a vivere con la madre, che assume una tata per istruirlo. Difatti, pur avendo otto anni, il bambino non aveva frequentato alcuna scuola.

Tutto appare perduto. Eppure, quando sembrava che di quella ragazza carismatica non fosse rimasto più nulla, ecco che per Anita si aprono tutta una serie di possibilità nuove. Prende una laurea all’università, torna a recitare e crea persino alcune linee di vestiti. Tra le sue frequentazioni di quel periodo c’è anche la top model Kate Moss, che ha dichiarato più volte di trovare in Anita un modello a cui ispirarsi. Una donna che, nonostante le difficoltà, gli eccessi e le follie confacenti all’ormai mitizzato stile di vita da rockstar, è riuscita a lasciare un segno nella vita di molte persone proprio grazie alla sua estrema singolarità.

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