#RomaFF16: Yuni, la recensione

Yuni film

«Una ragazza vergine è bella con una collana». Questa è una frase del film, capace di mettere in risalto uno degli aspetti della cultura che viene presa in esame, dove la donna non ha libertà del proprio corpo, della propria sessualità, è schiava di una società che la vuole accondiscendente, di una società che la oggettivizza e la mette in mostra con “una bella collana addosso”.

Yuni (trailer), scritto e diretto da Kamilla Andini, racconta la storia della sedicenne indonesiana Yuni (Arawinda Kirana), una studentessa modello divisa tra il tipo di vita che vorrebbe, quindi proseguire gli studi al college e trovare un buon lavoro, e la vita che la sua società le impone (diventare la moglie di qualcuno). La protagonista, trovatasi davanti a questo bivio, scoprirà molte cose di se stessa, delle persone che la circondano, capirà che cosa vuol dire essere una donna circondata da uomini che vogliono strapparle parte della sua libertà.

Il film esprime con leggerezza concetti di rilevante importanza e questa è una delle caratteristiche che lo rendono un prodotto di facile lettura. Argomenti come la libertà negata, la violenza di genere, i matrimoni imposti, sono trasposti al pubblico tramite dialoghi tra ragazzine. Yuni e le sue amiche si confessano tra di loro, esprimono i proprio desideri, le proprie paure, e dimostrano, mostrando la naturalezza con cui parlano di queste tematiche, come alcune ingiustizie, soprusi, siano oramai parte integrante della società che abitano. La quantità di temi trattati, però, appare un po’ eccessiva, non permette di approfondire e offre un rapido quadro generale. Sembra che sia mancato il coraggio di andare in profondità, soprattutto per quanto riguarda la tematica della sessualità, del rapporto che la protagonista ha con il proprio corpo.

La letteratura, come l’approccio alla cultura in generale, viene vista come mezzo per “salvarsi”. Yuni, grazie a delle poesie che riceve da un suo compagno di classe, comincia ad amare la poesia, comincia ad approcciarsi ad una persona dell’altro sesso senza esserne schiacciata, riuscendo a costruire un rapporto alla pari. La nostra protagonista sa che continuare gli studi vorrebbe dire costruirsi una via di fuga, che scegliere di studiare le darebbe la possibilità di un futuro riscatto. Per questo è così divisa tra ciò che vuole per se stessa e ciò che la società, la religione, le persone che ha accanto, sembrano aspettarsi da lei.

Yuni è un film che dà un grande contributo portando sullo schermo alcune realtà che si ha il dovere di far conoscere, soprattutto a livello internazionale. É davvero importante che un prodotto del genere sia arrivato in Italia, alla #RomaFF16, e che il pubblico in sala abbia avuto la possibilità di vedere sullo schermo questa storia, la storia di queste donne. Ci sono tante Yuni in Indonesia, ma nel mondo in generale, ragazze e bambine che abbandonano l’infanzia troppo presto per diventare adulte, mogli, per aderire ad un matrimonio combinato e diventare proprietà di qualcun altro. Film come Yuni, sono estremamente necessari perchè ci mostrano una realtà impossibile da ignorare.

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