#Venezia80: Nina dei lupi, la recensione del film di Antonio Pisu

Nina dei lupi recensione film di Antonio Pisu DassCinemag

Riuscireste mai a vivere in un mondo dove l’elettricità scompare? In un futuro più prossimo che mai, una tempesta solare mette fine al mondo come lo conosciamo. È la Sciagura. Sulla Terra non cresce più nulla, solo pochi sopravvivono. Ciò sembra non valere per un paesino italiano incastonato tra le montagne: Piedimulo. Qui, per un antico patto con la Natura, il terreno dà ancora i suoi frutti, che la comunità riesce a razionare con cura per sopravvivere così tutto l’anno. Sembra un Eden in cui il tempo non si è mai fermato. Tutto ciò cambia quando una banda di mercenari invade Piedimulo, uccidendo quasi tutti gli abitanti e schiavizzando i restanti. Però Nina (Sara Ciocca), un’adolescente con un legame particolare con la Natura, riesce a fuggire al di là del fiume.

Nina dei lupi (trailer), diretto da Antonio Pisu, è un fantasy distopico tratto dall’omonimo libro di Alessandro Bertante, candidato al Premio Strega nel 2011. Sarà inoltre presentato in anteprima il 30 agosto a Venezia, in apertura alle Giornate degli Autori. La storia è significativa e articolata, ma a volte i buchi di trama sono crateri e fanno storcere il naso. Certi passaggi si perdono in troppa fretta e Nina (a metà tra Ellie di The Last of Us, a cui il film guarda anche visivamente, e Bella di Twilight) dovrebbe essere protagonista ma viene un po’ lasciata da parte in un film che è quasi corale. Lei urla e scalcia, ma rimane praticamente la stessa dall’inizio alla fine, e forse è il punto un po’ più debole del film. Peccano anche gli effetti speciali, ambito in cui il cinema italiano si muove ancora a fatica, e la fotografia poco illuminata di Marco Ferri. Nel complesso, però, funziona e la storia ti porta inaspettatamente a fiato teso fino alla fine

Ancora oggi sono sporadici i tentativi di trasporre il fantasy sul grande schermo italiano. Sembra un genere cinematografico a noi culturalmente lontano oggi. La magia avviene quando si riesce a riadattarlo nella tradizione culturale ed antropologica del luogo, piuttosto che adattarsi a schemi commerciali predefiniti che poi non attecchiscono. E in questo Nina dei lupi funziona molto bene. È chiaro che, dietro la finzione, il film parla d’altro. Parla di un Paese in cui la natura, come si sa, non manca. E parla di un uomo che si dimentica di ciò e che per questo viene punito.

Pisu e la Genoma Films sembrano non essersene dimenticati però: le riprese del film, svoltesi in Trentino, hanno ottenuto la certificazione Green Film, protocollo della Trentino Film Commission a favore di produzioni sostenibili. Il segno evidente che il cinema può essere ancora un’arte e un’industria che guarda al futuro in modo concreto. Sembra infatti necessario, oggi più che mai, ritrovare quel contatto genuino con la Terra, con le nostre origini, con il prossimo. I mercenari, come una specie invasiva, fanno fuori tutto e tutti e riescono quasi a finire le risorse con cui una cittadina si nutriva per un anno intero. Le loro mani non riescono a far crescer nulla. Sanno solo mangiare a sbafo, uccidere, violentare, torturare. Fosco (Sergio Rubini), a capo della banda, pensa addirittura di poter possedere la Montagna, ma non sa contro chi si mette: la Montagna ha fatto un patto con gli antichi abitanti di quel borgo e adesso è pronta a rispettare quella promessa.

La Natura si ribella così sotto forma di Nina. È un fulmine, una frana, un branco di lupi, un nuvolone di tempesta. È qualcosa di enorme e spietatamente innocente, come può esserlo solo un’anima bambina. Tuttavia questa magia la rende anche discriminata: in un piccolo borgo cattolico e molto chiuso di orizzonti, Nina viene vista da sempre come una strega e per questo emarginata. Il suo potere è troppo antico per essere capito dai contemporanei.

Far emergere il vero sé a prescindere da ciò che pensa il prossimo, accettarsi, abbracciare a pieno il proprio potenziale. Nina dei lupi parla anche di questo. Nonostante le proibizioni, alla fine Nina deve uscire ed essere libera: la Natura non la puoi contenere, è una forza troppo grande. È potente e imprevedibile, ma è anche dalla nostra parte se noi siamo dalla sua.

Nina dei lupi esce al cinema il 31 agosto 2023.

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