La ragazza della palude, la recensione: un’outsider in tribunale

La ragazza della palude la recensione del film

Tratto dall’omonimo romanzo di Delia Owens, La ragazza della palude (trailer) è l’ultimo thriller/drammatico diretto da Olivia Newman. Kya (Daisy Edgar-Jones) è ancora una bambina quando inizia a sperimentare la solitudine, la violenza e l’abbandono da parte della sua famiglia, ritrovandosi presto a dover cercare una soluzione per sopravvivere senza nessuno immersa nella natura.

Senza mai tradire la palude, che la protegge e la cresce sin dalla nascita, Kya conduce una vita distaccata da tutto ciò che si può definire convenzionale, diventando una sorta di leggenda per i cittadini, addossandosi ogni tipo di pregiudizio e subendo commenti e sguardi diffidenti da chiunque ha modo di intravederla fortuitamente. Nonostante il suo vivere da eremita, la protagonista riuscirà a trovare l’amore, scoprire la sua passione per la biologia, ma soprattutto nel 1969 verrà accusata per aver commesso l’omicidio di Chase Andrews (Harris Dickinson) e portata in tribunale, dove a difenderla saranno presenti solo le poche persone che negli anni sono riusciti a conoscerla davvero.

La pellicola di Newman ci mostra, anche grazie all’impeccabile fotografia di Polly Morgan, la dolce, graffiante e guardinga protagonista in un rapporto a dir poco viscerale con la natura più selvaggia, che al tempo stesso si rivela essere una madre silenziosa e protettiva. L’evoluzione di Kya è vissuta da vicino e risulta dolorosa e confortante contemporaneamente, lasciando però poco spazio al piano evolutivo delle indagini sull’omicidio, e dunque trascinando la pellicola verso un obiettivo differente da quello preannunciato.

È qui, infatti, che La ragazza della palude incontra qualche ostacolo: i due plot scorrono molto lentamente, e man mano che la vicenda si protrae, una parte della pellicola sembra quasi sfumare, diventare secondaria. Chi ha ucciso Chase Andrews? È davvero stato un omicidio? Kya uscirà dal tribunale vittoriosa, nonostante tutti i pregiudizi? 

Sono queste le domande che ci si pongono insistentemente durante la visione, e che non troveranno una risposta soddisfacente nemmeno attendendo i titoli di coda. La risoluzione del caso, infatti, vedrà riservato a sé un piccolo spazio poco prima della fine, non abbastanza da poter soddisfare la curiosità crescente di chi guarda, risultando poco chiara e in una posizione subordinata rispetto agli amori giovanili e ai traumi passati della ragazza.

Distratti dalle immagini incantevoli, dalle riflessioni sul rapporto tra uomo e natura, dalla sofferenza e dalla forza notevole di Kya, ci si rende conto di aver quasi dimenticato l’esistenza di un omicidio, un elemento che sembra quasi essere utilizzato come gancio per virare su un coming of age della protagonista.

Il film uscirà in sala il 13 ottobre.

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