#Venezia78: In the Mist, recensione del film in realtà virtuale di Chou Tung-Yen

Arriva da Taiwan In the Mist, un sogno di liberazione sessuale gay, dalla fotografia straordinaria e dal coraggio encomiabile che sfida le convenzioni e le nuove regole del sistema cinese.

Chou Tung-Yen sfida il sistema cinese dai territori di Taiwan con un film in realtà virtuale che racconto i sogni, le frustrazioni ed i desideri di un ragazzo omosessuale e concretizza le sue fantasie in un sogno a 360 gradi in una sauna dove si improvvisa un orgia gay senza censure o limiti.

Alcuni giorni fa in Cina sono ricominciate le scuole, e gli studenti devono confrontarsi con i nuovi libri di testo nei loro corsi di studi introdotti per educare i giovani all’ideologia dell’attuale presidente cinese, Xi Jinping. Fra i temi cari alla nuova linea cinese c’è una forma di censura diretta dell’effeminatezza che nasconde una riforma dell’identità sessuale che andrà naturalmente a toccare la sfera dell’omossessualità. La nuova rivoluzione culturale cinese infatti proibisce l’effemminatezza maschile in televisione ed al cinema e sanziona ogni forma di diversità identitatria che possa mettere in discussione il costume eterosessuale.

Taiwan è una repubblica semipresidenziale non riconosciuta che fino ad oggi è riuscita mostrare autonimia culturale ed artistica dalla Repubblica Popolare Cinese. A Taiwan è facile trovare artisti di origini cinesi che operano in contrasto con le regole esposte dal partito unico comunista cinese o veri e propri dissidenti fuggiti dalla loro terra di origine. In effetti le opere in realtà virtuale di Taiwan in questi anni si sono mostrate molto coraggiose ed innovative e spesso in contrasto con la linea politica e culturale della Cina e il film di Chou Tung-Yen si rivela coerente con questo taglio, ci fa pensare al cinema queer di Derek Jarman degli anni 90 oppure al cinema estremo e sperimentale del ’68.

L’utilizzo di un nuovo linguaggio che opera in modo molto diretto sulla sguardo dello spettatore e ne cerca il coinvolgimento ci spinge a percepire ancora meglio le forti caratteristiche trasgressive del progetto e ne ampia la sfera espressiva. In the Mist è un film importante, provocatorio, coraggioso e probabilmente pericoloso che merita un riconoscimento.

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