Fairytale – Una fiaba, la recensione: il ritorno di Aleksandr Sokurov

Fairytale

Torna al cinema con Fairytale (trailer) il magistrale autore contemporaneo russo Aleksandr Sokurov, firma fondamentale del cinema d’autore premiato con il Leone d’oro per Faust nel 2011. Sokurov è da sempre ossessionato dalle figure storiche e dalle sofferenze della sua terra; se con film come Moloch (che narra gli ultimi giorni di Hitler), Taurus (che narra gli ultimi giorni di Stalin) e Sole (che narra la caduta dell’Imperatore Dio del Giappone Hiroito) il regista ha mostrato tutto il suo talento nel narrare le figure di potere e la loro ridicola banalità, con film come Aleksandra (sulla morte dei giovani in Cecenia) ed i precedenti Madre e figlio e Padre e figlio (sul rapporto fra l’uomo e la terra) ha potuto esplorare la fragilità umana rispetto alla potenza devastante degli eventi storici.

Sokurov è sinonimo di racconti dalla profondità umana unica, dalla ricchezza di metafore e simbolismi originalissimi e anche di prodotti densi di contenuto ma molto innovativi nella forma tecnica di racconto. Nel 2002 il suo film sperimentale Arca russa ha indicato la via ad un modo nuovo e prezioso di raccontare un luogo storico dall’importanza e la suggestione quasi unica al mondo, tramutandolo in un viaggio fra fantasmi e creature magiche che in vita ne hanno popolato le stanze e permeato lo spazio.

Con quello stesso spirito di sperimentazione e con la sua ossessione per le grandi figure storiche si propone allo spettatore questo affascinante Fairytale – Una fiaba. Adolf Hitler, Benito Mussolini, Josif Stalin, Winston Churchill e Napoleone Bonaparte sono prigionieri di un limbo, un purgatorio melanconico e logorante dove possono parlare fra loro oppure moltiplicare loro stessi all’infinito per potersi complimentare con le loro copie, trovando nella complicità solitaria e narcisistica un breve conforto rispetto ai loro sensi di colpa e tormenti esistenziali. Fra un discorso e l’altro, attraverso un’esplorazione di spazi che evoca le carceri di Giovan Battista Piranesi o le figure della Divina Commedia disegnate da Gustave Dorè, le grandi figure ormai ombre di loro stesse si accavallano nella Babele delle loro lingue originali generando una rassegna quasi completa di ogni declinazione del potere.

Per il film il regista ha preteso l’utilizzo esclusivamente di materiali d’archivio senza l’uso di deep fake o altri mezzi di intelligenza artificiale. Questo significa che ogni espressione facciale e mimica dei personaggi deriva dalle loro vere espressioni prodotte all’epoca. Per Sokurov la scelta di raccontare così spesso di personaggi chiave della storia deriva dalla loro preponderanza sulla vita umana. Noi tutti siamo microscopici ed ininfluenti rispetto a loro, le cui decisioni, i cui fallimenti ed errori, le cui vittorie sono e sempre saranno determinanti per la storia del mondo e dell’umanità: figure immense, semidei che crollano miseramente sgretolando se stessi insieme alla moltitudine degli esseri umani vissuti con loro in quello stesso tempo.

Fairytale – Una fiaba si rivela un film prezioso ed unico per la tecnologia usata nella sua realizzazione, che mostra la vitalità di un regista capace di affrontare temi universali con un linguaggio unico ed una costante passione per la ricerca e l’innovazione audiovisiva.

Il film è al cinema dal 22 dicembre.

Ti potrebbero piacere anche

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ho letto la privacy policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali ai sensi del Regolamento Europeo 2016/679 (GDPR) e del D.Lgs. n. 196 del 2003 cosi come novellato dal D.Lgs. n. 101/2018.