Era ora, la recensione del film su Netflix

Quante volte ci viene da pensare che il tempo scorre troppo in fretta e che avremmo bisogno di più ore a disposizione? Le giornate volano senza rendercene conto e alla fine ci ritroviamo a pensare “come è possibile che sia già passato un anno?”. Su queste riflessioni si basa la nuova pellicola di Alessandro Aronadio, Era ora (trailer), presentata lo scorso ottobre alla Festa del Cinema di Roma e disponibile da giovedì 16 marzo su Netflix.

Liberamente ispirato alla commedia Come se non ci fosse un domani del regista australiano Josh Lawson, il film narra la storia di Dante (Edoardo Leo), stacanovista perennemente di corsa che vive con la sua fidanzata Alice (Barbara Ronchi), alla quale però non riesce a dedicare tutto il tempo che vorrebbe. Tuttavia, al compimento dei suoi 40 anni, qualcosa nella sua vita cambia: al suo risveglio il mattino dopo, infatti, si renderà conto che è già trascorso un altro anno, e così accadrà anche le mattine successive, mentre il tempo e la sua vita inizieranno a sfuggirgli di mano.

Sotto l’apparenza di una commedia romantica si cela una metafora più profonda che riflette sull’importanza del tempo, di come decidiamo di gestirlo e come assegniamo le nostre priorità. Rifugiarsi nel passato o essere proiettati verso il futuro senza, però, vivere al contempo il presente, è l’errore più comune che si possa fare in una società che viaggia così velocemente come quella attuale. Dante è ossessionato dal suo lavoro, rincorre continuamente gli impegni e, nel frattempo, si dimentica di vivere. «La vita è quello che ti capita mentre stai facendo altri progetti» è la citazione di John Lennon riportata sul muro dell’azienda dove lavora, che rappresenta perfettamente la mentalità del protagonista. Il rapporto conflittuale fra lui e il padre (Massimo Wertmüller) esplicita proprio la trasformazione di Dante nel corso degli anni, dove il suo costante ripetersi di fare tutto per la famiglia lo trascina sempre più verso ciò che si era promesso di non diventare mai: una figura assente, proprio come lo era stato il padre nei suoi confronti.

Era Ora recensione film di Alessandro Aronadio DassCinemag

Aronadio, però, ci ricorda altresì l’importanza delle piccole cose, di prenderci dei momenti per noi stessi e per le persone che amiamo, come cerca di fare Alice, preparando la mattina del compleanno di Dante i pancake, o il suo migliore amico Valerio (Mario Sgueglia) che gli regala un giro sulle montagne russe da fare insieme, come quando erano ragazzi.

Uno dei punti di forza di questo film è sicuramente da ricercare nei suoi interpreti. In particolare i protagonisti Edoardo Leo e Barbara Ronchi, non solo bravissimi, ma anche perfettamente calati nei rispettivi ruoli. Edoardo Leo non è nuovo a interpretare l’italiano medio alle prese con gli ostacoli della quotidianità (lo avevamo già visto in Io c’è, sempre con Aronadio alla regia), e questo suo essere solerte e materiale si incastra in modo perfetto con il personaggio di Barbara Ronchi, che racconta e interpreta la vita attraverso la sua arte. Interessante è anche la sceneggiatura, scritta dallo stesso Aronadio assieme a Renato Sannio, che riesce ad essere divertente, toccante e leggera pur raccontando lo stress e l’ansia della nostra epoca. Una nota di merito va inoltre al modo di rappresentare l’evoluzione del protagonista attraverso l’arredamento della sua casa, che dai colori vivaci passa progressivamente a palette sempre più scure, minimaliste e tristi, proprio come la sua vita, dettata dal lavoro e dalla solitudine.

Nonostante il concetto di viaggio nel tempo sia un meccanismo usato moltissime volte nel mondo del cinema (in particolare si possono ricordare film simili come Cambia la tua vita con un click o Il giorno della marmotta), è importante riconoscere come in Era ora l’evoluzione del protagonista avvenga senza un ritorno al tempo originario: i momenti passati, le occasioni e i ricordi sono ormai impossibili da recuperare se non si sono vissuti. Non ci sono seconde possibilità, tutto ciò che può fare Dante è cercare di riprendere le redini della sua vita e vivere al meglio gli anni successivi.

Alessandro Aronadio ci regala un ottimo film, perfettamente bilanciato tra l’aspetto comico e romantico della coppia principale e quello più drammatico, legato al tema del tempo che passa e all’importanza di viverlo al meglio.

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