Encanto, la recensione: la magia del legame familiare

Encanto recensione film Disney DassCinemag

La famiglia Madrigal vive in un villaggio colombiano sotto un alone magico che di generazione in generazione conferisce ai membri del parentado un talento, un potere innato che sarà utilizzato per il bene della comunità. Quando la magia che ha guidato per cinquant’anni la famiglia viene minacciata, Mirabel, l’unica Madrigal senza alcun potere o abilità particolari, si rivela capace di risolvere il problema.

Dopo il successo agli Academy per Zootropolis, Byron Howard e Jared Bush tornano a dirigere assieme, e con Encanto (trailer) firmano il sessantesimo lungometraggio Disney. I temi sono i più disparati attorno al microcosmo della famiglia: la paura di deludere le aspettative; l’irremovibile e ineluttabile autorità genitoriale; il dovere che soffoca le aspirazioni e passioni; l’incomunicabilità tra le generazioni vecchie e nuove. Il tutto è condensato, attraverso la scrittura di Jared Bush e Charise Castro Smith (anche co-regista), in maniera semplice e leggera aggirando inutili sovraccarichi. Gli spettatori, sia piccoli che grandi, sono invitati a riflettere, soppesare e rivalutare i vari ruoli familiari, ognuno con le proprie esigenze e volontà, con alle spalle un’istruzione che deve riservare spazio anche alla comprensione e all’accettazione.

Encanto recensione film Disney DassCinemag

È singolare il fatto che in un film Disney l’aspetto magico venga ridimensionato, mostrando come la magia possa avere anche il suo lato negativo, presentando personaggi che ne fanno uso, ma che allo stesso tempo ne sono vulnerabili. Altra caratteristica di Encanto, desueta negli altri film Disney, è l’utilizzo costante di spazi chiusi: il focolare domestico, spazialmente malleabile a seconda dell’utilizzo dell’elemento magico, è il luogo prediletto per la maggior parte delle vicende narrate, utile ad accrescere l’intimità che intercorre tra lo spettatore e i personaggi.

La caratterizzazione dei personaggi potrebbe ricalcare alcuni cliché, ma di certo non si rischia di sminuire l’intrattenimento. La protagonista occhialuta e senza alcun talento, Luisa (in un film Disney per la prima volta una donna con una corporatura che non rientra negli standard principeschi a cui siamo stati abituati) con la sua forza sovrumana ma al contempo terribilmente fragile, Isabela schiava della sua troppa bellezza, ed altri, creano una serie di momenti e gag irresistibili. L’unica pecca che il film non riesce ad evitare è sicuramente il finale troppo prevedibile e studiato per un tipo di visione senza eccessive pretese.

Con piacevolissima sorpresa, la colonna sonora (che vede la presenza di Lin-Manuel Miranda) spazia su differenti generi musicali, riunendo spagnolo e inglese e, solito vanto della Disney, l’animazione rimane il fiore all’occhiello. Infine, Encanto si concede sia momenti autoironici intorno al mondo Disney, sia un citazionismo che va a pescare nella storia del cinema con delle brevi sequenze che abbelliscono il tutto.

Encanto sarà al cinema dal 24 novembre.

Ti potrebbero piacere anche

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ho letto la privacy policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali ai sensi del Regolamento Europeo 2016/679 (GDPR) e del D.Lgs. n. 196 del 2003 cosi come novellato dal D.Lgs. n. 101/2018.