Downton Abbey II – Una nuova era, la recensione: un ultimo ballo con i ricordi

Downton Abbey II - New Era, la recensione

Buio, silenzio e…sigla! «Per il successo ci vuole l’eccesso» diceva cugina Violet (Maggie Smith) ed ecco che, a distanza di tre anni, nelle sale ritorna a riecheggiare la colonna sonora di una delle serie inglesi più famose: Downton Abbey. Seguendo il suggerimento di uno dei suoi personaggi, Julian Fellowes non si risparmia e regala ai fan di tutto il mondo una nuova avventura tra i corridoi della famiglia Crawley.

Downton Abbey II – Una nuova era (trailer) vede ritornare in scena tutti i personaggi conosciuti, senza nessuna esclusione. La grande comitiva di nobili e domestici dovrà, però, separarsi e seguire due trame parallele. A Downton troveremo Lady Mary (Michelle Dockery) che, con l’aiuto della sua dama di compagnia, dovrà gestire l’arrivo di una troupe cinematografica decisa a girare delle scene per un film muto proprio tra le loro stanze. Il Lord e la Contessa Crawley (Hugh Bonneville ed Elizabeth McGovern), accompagnati dal fedele Carson (Jim Carter), si imbarcheranno, invece, per la Costa Azzurra, per risolvere una misteriosa eredità ricevuta dalla cugina Violet.

Sulla trama e il suo intreccio non c’è molto da dire, Julian Fellowes dimostra ancora una volta di essere un narratore abile ed equilibrato, capace di bilanciare lo humor inglese con momenti toccanti e commoventi. Un’atmosfera ben nota agli amanti della serie televisiva che, nel primo film (Downton Abbey – Il film), si era persa a causa di ritmi cinematografici frenetici e decisamente più concitati rispetto gli episodi delle stagioni.

Downton Abbey II - New Era, la recensione

In questo secondo lungometraggio, però, lo stile di Fellowes torna a sposarsi alla perfezione con la regia, questa volta affidata a Simon Curtis. I tempi si dilatano, l’occhio si espande e l’intero corpo dello spettatore riesce a entrare nelle grandi panoramiche, tra le colline inglesi, le ville francesi e le stanze maestose di Highclere Castle. Una vera e propria caratteristica di questo mondo narrativo che, a differenza di altri costume drama, non rimane osservato con distacco dallo spettatore, ma vive, e fa vivere chi guarda, grazie al connubio perfetto tra recitazione, scrittura e una ricostruzione storica mozzafiato, dagli abiti fino all’ultimo soprammobile sullo sfondo.

Un vero e proprio throwback che farà sentire i vecchi spettatori come a casa, ed è proprio questa la sua grande potenza ma, allo stesso tempo, debolezza. Il film, infatti, nonostante si chiami New Era, più che di nuovo inizio ha il sapore di un addio, di un ultimo regalo a quel pubblico che per più di sei anni ha seguito con passione le vicende di questi personaggi. Un prodotto, quindi, che parla al cuore di alcune persone ma, per altre, sazia deliziosamente solo la vista e i sensi, poiché impossibilitate a conoscere tutti i retroscena necessari a immergersi in maniera totalizzante nella trama.

Per fare una metafora british potremmo dire che Downton Abbey II – Una nuova era è un po’ come il tè: per chi non lo ama è un’acqua colorata servita in un elegante servizio di porcellana. Per gli amatori, invece, è una bevanda calda accogliente, saporita e intrisa di aromi evocativi, capace di farti sentire a casa, fino all’ultima goccia che, con malinconia, ti ricorda come la dolce esperienza sia, purtroppo, finita (forse…).

Downton Abbey II – Una nuova era sarà in sala dal 28 aprile.

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