The Power of the Doctor, la recensione del gran finale per il Tredicesimo Dottore

The Power of the Doctor Recensione

Più che una serie tv, ormai Doctor Who è divenuta un’istituzione. In onda dal 1963, ha tenuto fede al suo nome per quasi 60 anni e, tra alti e bassi, il personaggio del Dottore ha ricevuto e continua a ricevere il suo spazio nel palinsesto BBC. Insomma, è una serie televisiva dalla formula vincente e che più di molte altre necessita di una rigenerazione costante, sia per quanto riguarda la crew e il cast (il protagonista ha ricevuto il volto di ben 13 interpreti, escludendo dal conteggio i Dottori “bonus”) che, soprattutto, per tutto ciò che concerne la sfera creativa, narrativa ed estetica.

Premesso questo, si può dire con obiettiva certezza che la tenuta del Tredicesimo Dottore (Jodie Whittaker) non abbia certo brillato per originalità o mordente, ed è con questa nota dolceamara nel cuore che la maggior parte degli spettatori (di quelli che non avessero ancora abbandonato la barca piena d’acqua, perlomeno) si appresta alla visione di The Power of the Doctor (trailer), l’episodio speciale più importante della serie da molto tempo a questa parte, che ha in carico il doppio onere di celebrare il centenario della “madre” BBC e di chiudere quest’era che accompagnava il marchio dall’ottobre del 2018.

Pur se in maniera più furba e mascherata, lo special porta con sé una serie di problematiche che abbiamo visto palesarsi fin dal primo episodio scritto sotto l’egida dell’ultimo showrunner, Chris Chibnall. Quest’ultimo, già sceneggiatore di alcuni episodi passati di Doctor Who e ideatore della serie poliziesca Broadchurch, ha mostrato fin da subito una dissimulata incapacità di scrivere storie di fantascienza: gli episodi delle ultime stagioni, difatti, si aggiravano tra il “quasi buono, ma sembra un’altra serie” e l’inguardabile, prediligendo spesso una melensa morale spiattellata davanti agli occhi degli spettatori ad una struttura narrativa soddisfacente.

E se questo è vero per la prima metà del suo percorso da showrunner, dalla tredicesima stagione in poi egli sembrerebbe essersi accorto del fatto che la nave stesse proseguendo lentamente sulla rotta sbagliata e, invece di risolvere il problema virando il timone delicatamente, ha deciso di scuoterlo con forza e installare, nel mezzo, un iperattivo dispenser di fan service. Questo finale, dunque, è la stessa tendenza portata all’estremo: se non si è attenti, dei quasi novanta minuti di cui è composto si comprendono solo le esplosioni e i giochi di luce; e se pure lo spettatore si concentrasse sul decifrare ogni informazione che gli viene lanciata contro, avrebbe bisogno di almeno due pause nel mezzo per riposare le sinapsi. The Power of the Doctor è, sì, l’epica conclusione di un’era, ma con una quantità di eventi e narrazione cervellotica all’interno che la storyline si potrebbe tranquillamente riadattare in una stagione, e con i ritmi giusti.

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All’appello sono presenti tutti i nemici principali: il Maestro (Sacha Dhawan che, nonostante tutto, si riconferma un ottimo villain), i Cybermen e gli onnipresenti Dalek; i compagni di viaggio invadono lo schermo uno dopo l’altro, tra camei innecessari e graditissimi ritorni dal passato (che però risultano relegati al ruolo di contorno, ed è un peccato); e le emozioni si susseguono ininterrottamente, talmente tanto che, dopo qualche minuto, lo spettatore risulta semplicemente basito.

E in mezzo a quest’epilettica fiera dei fuochi d’artificio c’è il Dottore, l’unico vero personaggio che esce sconfitto da questo conflitto di interessi. Jodie Whittaker, fin dall’undicesima stagione, si è dimostrata capace di portare avanti il buon nome del Signore del Tempo, regalandoci un’interpretazione più gentile e fanciullesca dell’amato protagonista ma che, al tempo stesso, avrebbe meritato una caratterizzazione ben più approfondita e intelligente. Ella saluta gli spettatori con un sorriso, lasciando il posto al “prossimo sé” tramite una sequenza di rigenerazione visivamente spettacolare e che tutto sommato sa emozionare, ma che avrebbe meritato «so much more», per citare uno dei suoi predecessori.

The Power of the Doctor è uno di quegli episodi che lasciano il segno nella storia della serie britannica di fantascienza e che, indiscutibilmente, racchiude in sé tutte le sfaccettature di un capitolo burrascoso ma, nondimeno, fondamentale. Non è un bell’episodio, non è ben scritto, e non sa neanche cosa sia un ritmo della narrazione funzionante ma, grazie anche ad alcuni volti noti e ad alcune citazioni che non possono che far battere il cuore di un fan, regala alcune delle sequenze più memorabili degli ultimi anni.

Eppure il pregio più grande di questo special è proprio il cliffhanger con cui si chiude, e che lascia interdetti e pieni di speranze gli spettatori, i quali non potranno che aspettare con ansia il 2023 per ottenere delle risposte e continuare questo meraviglioso viaggio attraverso il tempo e lo spazio nel TARDIS, assieme al Dottore.

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