Chernobyl, episodio due – Please Remain Calm

Please Remain Calm

Esattezza contro verità. Politica contro scienza. Realtà contro retorica. Questi sono i dualismi che muovono la seconda puntata di Chernobyl (qui il trailer), Please Remain Calm. A partire dai personaggi principali, che prendono il posto dell’evento traumatico centrale nella prima puntata. Sono Valerij Legasov (Jared Harris) e Boris Shcherbina (Stellan Skarsgård), il professore di fisica e il politico, che rappresentano al meglio questo scontro. I due si muovono in una macchina burocratica fatta di approssimazione e di incompetenza, cercando di scender a patti con la realtà; in tutta la sua durezza e nonostante la resistenza del mondo politico.

Infatti, fin dalla riunione delle alte cariche del regime, Legasov tenta di imporre un principio di realtà che cozza con una politica interessata alla preservazione del potere più che al popolo. Se Legasov non intervenisse bruscamente, la riunione si chiuderebbe con la “nomenklatura” soddisfatta di aver contenuto il danno di immagine del potere statale. Il suo intervento costringe, così, Gorbaciov a ordinare un’indagine guidata da Legasov e Shcherbina, che ancora sostiene i dati approssimativi che arrivano da Chernobyl.

Shcherbina, restìo alle ragioni di Legasov, cambia atteggiamento nel momento in cui la realtà lo colpisce direttamente, con una brusca osservazione dello scienziato. A nessuno piace sapere che morirà entro cinque anni. La scienza non è attraente, come si sente dire Khomyuk (Watson) da un politico. Cerca la verità, ben diversa dall’esattezza. Come il dosimetro di ridotta scala: è esatto che segnala una radiazione di 3.6 roentgen (unità di misura delle radiazioni), ma il dato non è vero, visto che è il massimo che può registrare. La scienza persegue la verità, quella dei 15.000 roentgen effettivi vicino alla centrale, anche attraverso i suoi sbagli.

Così, verso la fine dell’episodio, la retorica della politica si mette al servizio della scienza, alla ricerca di una soluzione. Una soluzione dolorosa che comporta sacrifici umani, necessari. E i tre operai incaricati di svuotare le piscine di raffreddamento vengono inghiottiti dall’insistente rumore del dosimetro, uccisi, probabilmente, da un segnale. Perché l’approssimazione uccide.

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