X&Y, recensione del nuovo film dell’artista Anna Odell

X&Y recensione film Anna Odell

Indagare sul concetto di identità e di essere esseri umani: è questa l’intenzione di X&Y (trailer), film drammatico dell’artista e regista svedese Anna Odell che approderà nelle sale italiane il 24 giugno. Il lungometraggio è l’intreccio tra un esperimento sociale e un film di finzione e ha come protagonista la stessa regista, Anna, in procinto di girare un film a partire da un lavoro di studio sulle relazioni tra uomo e donna esplorando il rapporto che si forma con Mikael (Mikael Persbrandt), un celebre attore svedese.

Come supporto alla sua ricerca, Anna si avvale di due psicologi, uno per lei e uno per il suo coprotagonista e di sei attori che interpreteranno ognuno un lato della loro personalità. Dallo studio nascerà poi la sceneggiatura del film che la donna è intenzionata a realizzare con l’ausilio di due scettici produttori.
L’intenzione dell’esperimento di Anna, ma anche di X&Y, è quello -come suggerisce il titolo- di esplorare il rapporto tra uomo e donna dal punto di vista della sessualità, del gender e dei ruoli di genere: Anna vede Mikael come un “uomo alpha”, ma lui è infastidito dal fatto che lei non riesca a cogliere la sensibilità del suo carattere, frenata dai ruoli e dagli stereotipi di genere della società occidentale.

Gli attori che appaiono interpretano i vari aspetti psicologici della coppia centrale, Sofie (Sofie Gråbøl) è la parte logica di Anna, Jens (Jens Albinus) rappresenta quella timorosa, Thure (Thure Lindhardt) il lato “dipendente” di Mikael, rivelando la complessità dei protagonisti: il gioco consiste proprio nel fatto che gli interpreti debbano immedesimarsi nei protagonisti a partire dal momento in cui entrano nello studio cinematografico e che rimangano nel personaggio fino alla fine del film, aiutandosi anche con delle playlist collegate ai personaggi realizzate da Anna. Il film è infatti ambientato interamente in interni ricostruiti in teatro di posa, diventando una sperimentazione meta-cinematografica e meta-drammaturgica sulla scia di film come Synecdoche, New York e Dogville.

L’espediente dell’esperimento sociale e la regola del non abbandonare mai i personaggi rende molto difficile la comprensione di cos’è finzione e cos’è realtà ed è arduo dedurre se le relazioni che si creano nel teatro di posa siano semplicemente l’espressione dei diversi lati dei protagonisti o se c’è dietro un fondo di genuinità. Se l’obiettivo di base è quello di indagare e comprendere l’essenza profonda dell’essere umano in un processo di continua decostruzione dei caratteri, risulta naturale che il confine tra realtà e finzione appaia labile sia per chi ne fa esperienza all’interno del film (a un certo punto neanche i personaggi capiscono se le reazioni degli altri siano recitazione o se appartengono alla persona), sia per lo spettatore che osserva da fuori

X&Y recensione film Anna Odell

Questa indefinitezza che la stessa Anna rivendica all’interno del film è il cuore di X&Y ma allo stesso tempo anche la sua debolezza: spesso infatti risulta difficoltoso seguire il dipanarsi della trama (che di fatto non esiste) e la causa delle motivazioni dietro le azioni dei personaggi, considerando che ogni interprete rappresenta un diverso lato di Anna o di Mikael, secondo però la propria visione soggettiva. Questo esperimento sociale risulta interessante per analizzare i rapporti tra psicologia individuale e società, ma la sua ripetitività rischia di confondere e tediare lo spettatore.

L’obiettivo di Anna è quello di andare oltre ogni limite e richiedendo ciò anche ai suoi attori spesso rischia di infrangere l’etica professionale. La protagonista è pronta a tutto per dar vita alla sua arte, e questa è anche una delle caratteristiche del cinema della stessa Odell: Okänd, kvinna 2009-349701 (2009), infatti, la sua opera prima, si basa su un episodio personale di crisi psicotica e ha ricevuto molte critiche da parte dell’opinione pubblica per la messa in scena di un tentativo di suicidio su cui medici ignari sono realmente intervenuti. La tendenza all’esplorare i limiti del possibile è quindi un tratto dell’autorialità della regista che emerge anche in The Reunion, film presentato alla Mostra del cinema di Venezia nel 2013, dove una rimpatriata liceale diventa un pretesto per ragionare sul bullismo e sulle sue conseguenze più estreme, ribadendo la vicinanza di Odell alla tradizione scandinava accostandosi al celebre Festen di Thomas Vinterberg.

X&Y è quindi un esperimento interessante e inedito nel panorama cinematografico contemporaneo che testimonia la sensibilità dell’autrice alle dinamiche gerarchiche tra i generi, risultando però in un prodotto di non immediata comprensione per lo spettatore, ricercando un’autorialità complessa ma un po’ vacua.

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