The Prestige: il grande trucco di Christopher Nolan 15 anni dopo

christian bale hugh jackman

Ogni numero di magia è articolato in tre atti: la Promessa, la Svolta e il Prestigio, che ne è il culmine, nonché la parte più difficile da eseguire per un illusionista. Christopher Nolan in The Prestige (trailer) conferma la sua fine capacità di stringere un patto con lo spettatore sin dai primi istanti dei suoi viaggi: che si tratti di macchinosi giochi temporali come in Tenet o Memento, di tumultuose imprese spaziali come in Interstellar, o dell’inclemente crudezza della guerra come in Dunkirk, il regista britannico mette in chiaro da subito al proprio pubblico che è richiesto lo sforzo di un’accurata e impegnata visione che verrà certamente ripagata da uno stupefacente e più che meritato finale. Al suo quindicesimo compleanno ripercorriamo il magico (in ogni senso possibile) capolavoro di Nolan, che non smette di stupirci, regalandoci suspense, angoscia, trepidazione e sollievo sul meraviglioso sfondo di una Londra di fine ‘800. 

Robert Angier (Hugh Jackman) e Alfred Borden (Christian Bale), due facce della stessa medaglia, sono accomunati dall’amore per l’illusionismo. Giovani e già rivali, le loro strade si incrociano in un teatro londinese grazie a John Cutter (Michael Caine), esperto scenografo illusionista. Borden durante un numero, con la sua ambizione ed il consenso dell’assistente Julia, mette in pericolo la vita di quest’ultima, che è anche la moglie di Angier. Il numero non riuscito costa la vita alla ragazza. Da quel momento in poi la rivalità tra i due si inasprisce, fino a sfociare in odio.

La morte di Julia è solo un pretesto per i due per iniziare a rincorrersi ossessivamente alla ricerca di soluzioni all’enigma più grande, quello del Prestigio. Christopher Nolan gioca già dal titolo di questa pellicola, usando un doppio senso: il Prestigio come gioco, atto finale del numero, ma anche come merito, reputazione e titolo che i due si contendono nel campo dell’illusionismo. Angier decide di pareggiare i conti: Borden gli ha rubato la vita, quindi lui intende rubargli il trucco.

Ma Nolan, non contento, non si ferma qui: il suo lavoro sembra un’opera teatrale, suddivisa in grandi atti, un’evoluzione temporale continua. Egli alterna con maestria flashback ad elementi diegetici, porgendo allo spettatore fili narrativi da intrecciare e dando vita ad un’immensa tela, che è frutto del vero Prestigio, quello del regista

Robert Angier sviluppa un’ossessione verso il segreto del grande numero di Borden, il suo “Prestigio”, che lo porterà ad arrivare persino a Nikola Tesla (David Bowie), personaggio chiave e rivelatore, emblema della scienza e dell’impossibile. Un inseguimento senza fine quello dei protagonisti, due vite vorticosamente intrecciate nel nome dell’Illusione. Christopher Nolan raduna un cast stellare che dà voce e parole a questo suo incantato spettacolo: ai suoi già adorati Batman e Alfred nella Trilogia del Cavaliere Oscuro, Christian Bale e Michael Caine, affianca attori che magistralmente chiudono il misterioso cerchio di questa turbinosa storia, come Hugh Jackman, David Bowie, Scarlett Johansson e Andy Serkis

È certamente impossibile cercare di condensare in alcune righe la magia che sprigiona in ogni suo istante questo capolavoro, che con abilità ci trascina in un mondo spietato ed enigmatico e ci mette sete di scoprirne i segreti, proprio come i protagonisti. Il regista, sull’avviarsi dell’epilogo, ci prende la mano e la guida nell’apporre il tassello mancante al rompicapo che, arrivati a questo punto, ossessiona anche noi.

Lo stesso film è un’illusione, fino all’ultimo istante; per un prestigiatore rivelare il proprio trucco, il proprio “prestigio”, è proibito: Nolan riesce però a regalarci uno scorcio su quella che è la verità, dissetandoci da una fonte di un’autenticità proibita, dove non perde comunque l’occasione di lasciarci ancora una volta a bocca aperta. 

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One thought on “The Prestige: il grande trucco di Christopher Nolan 15 anni dopo

  1. Film straordinario, come lo sono i protagonisti e gli interpreti intrecciati tra loro. Nonostante si resti senza fiato, ci lascia innumerevoli spirali da esplorare nelle loro intersezioni. Restano poche, e inutili, parole per descrivere l’effetto che trasmette a chi assiste.

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