Il Talento ai tempi della convergenza mediale: tra reality e talent show

Talento

Diversi sono i generi che popolano il piccolo schermo: alcuni presenti fin dalla nascita della televisione italiana, altri invece nati con l’adeguarsi del mezzo alle mutazioni socio-politiche del Paese. Col nuovo millennio, si è diffuso infatti un nuovo genere televisivo che è il reality show, un genere che pretende di esibire il reale ma ne mistifica per forza di cose i suoi fondamenti facendo spesso prevalere un aspetto costruito che supera quello di Tv-verità.

Un modello del genere è sicuramente il Grande Fratello, format olandese (Big Brother) ispirato al romanzo 1984 di George Orwell e importato in Italia nel 2000 prodotto dalla Endemol di Marco Bassetti e condotto nella sua prima edizione da Daria Bignardi. Quello che ha rappresentato il programma è stata decisamente una novità per il pubblico italiano, non abituato a seguire la quotidianità di dieci individui controllati in ogni loro movimento all’interno della Casa: persone comuni catapultate all’interno di un vortice che è quello della spettacolarità, della vetrina, dell’annullamento del privato.

A differenza delle prime edizioni, oggi chi ambisce ad entrare nella casa di Cinecittà lo fa principalmente per tutto quello che ne nasce contestualmente fuori e soprattutto per tentare di rimanere nei ricordi delle persone alla fine dell’esperienza. Per chi invece è stato protagonista delle prime edizioni, l’obiettivo non era sicuramente quello di diventare qualcuno fuori da quel contesto ma di vivere un esperimento sociale che poi avrebbe potuto anche non lasciare nulla nella futura vita lavorativa. Per alcuni è stata effettivamente un’esperienza fine a se stessa mentre per altri è stata un volano, un trampolino di lancio che ha addirittura traghettato alcuni concorrenti nel mondo del cinema e della fiction televisiva.

È il caso di un ragazzo torinese che raggiunge la notorietà nel 2003 qualificandosi al terzo posto della terza edizione del reality. Due anni dopo comincia il suo percorso attoriale nella storica fiction Carabinieri e poi due anni dopo sarà Lorenzo in Saturno Contro di Ferzan Ozpetek. Prosegue dunque l’ascesa di Luca Argentero che arriverà ad ottenere anche una candidatura per il David di Donatello al miglior attore protagonista per il film Diverso da chi? diretto da Umberto Carteni. Si può dire quindi che dalla vittoria del reality non ha più smesso di lavorare né al cinema e neanche in televisione (ne è un esempio la recentissima serie Doc – Nelle tue mani) esordendo anche a teatro.

Ora la sua ultima apparizione cinematografica è in Brave Ragazze, film dello scorso anno diretto da Michela Andreozzi che vede protagonisti oltre ad Argentero anche Ilenia Pastorelli, concorrente della dodicesima edizione del Grande Fratello, e Ambra Angiolini, volto storico di Non è la Rai, programma cult Mediaset durante gli anni 80. La Pastorelli ha esordito al cinema con Lo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti vincendo il David di Donatello per la miglior attrice protagonista mentre la Angiolini fece il suo exploit con Saturno Contro ricevendo premi e candidature. Come si è potuto riscontrare analizzando il cast soltanto di un film, tre protagonisti provengono da un contesto quasi esclusivamente televisivo.

E se questo è stato e continua, anche se in minor parte, ad essere lo tsunami dei talenti usciti dai reality show, parallelamente, il talent show è un altro genere televisivo che ha dato la possibilità ai ragazzi di emergere nel mondo dello spettacolo, della musica o della danza: anche in questo caso alcuni ce l’hanno fatta, altri invece sono caduti nel dimenticatoio dopo poco. Una pietra miliare del genere è senza dubbio Amici di Maria de Filippi nato nel 2001 con il titolo Saranno Famosi ispirandosi all’omonimo film del 1980 diretto da Alan Parker.

Dalla fucina di talenti di Canale 5 è uscita vincitrice una giovane cantante salentina che ha coltivato la sua passione per la musica fin dal 2003 e che poi nel 2010 l’ha portata alla vittoria del programma. Da quell’anno in poi la carriera di Emma Marrone è decollata a cominciare dal secondo posto a Sanremo l’anno seguente assieme ai Modà con Arriverà e poi la vittoria in solitaria nel 2012 con Non è l’inferno. Tre anni dopo calcherà di nuovo quel palco non più come cantante ma come conduttrice. Intanto, la sua carriera musicale ha continuato ad andare a gonfie vele così come è rimasta solida, fino a qualche anno fa, la partecipazione come coach a quello stesso talent che l’ha fatta sbocciare. Il salto sul grande schermo risale a quest’anno con Gli anni più belli, l’ultimo film di Gabriele Muccino di nuovo nelle sale dal 15 luglio a causa dell’emergenza Covid-19. Come ha più volte raccontato la cantante, quella del grande schermo è stata un’avventura per lei che non aveva mai recitato prima, un’esperienza che ha vissuto con profondo rispetto verso i colleghi da cui si è sentita accolta e guidata.

Il piccolo schermo è da considerarsi dunque una vera e propria miniera dove trovare tanto carbone ma dove poter trovare anche dei diamanti che, se lavorati, possono dimostrare il loro talento e la loro poliedricità come i nomi citati in precedenza.

In un momento di convergenza mediale in cui chi oggi vorrebbe tentare la scalata verso il mondo dello spettacolo sfrutta soprattutto il web e le nuove frontiere dei social, in un contesto magmatico in cui tutto è più alla portata di tutti ed ognuno può definirsi “Talento” sarà sempre più difficile, ma non impossibile, distinguere i diamanti grezzi dal carbone.

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