I David ai tempi del Covid, un’edizione piena di speranza

David

Venerdì 8 maggio Carlo Conti in diretta su Rai Uno ha consegnato le statuette dei David di Donatello, premio tanto ambito ogni anno dai componenti delle varie categorie che costituiscono l’immensa macchina dei sogni del cinema italiano. Quella di quest’anno è stata, per forza di cose, una cerimonia dominata dalla tecnologia, fattore che però non ha minimamente raffreddato le emozioni dei protagonisti che invece sono state messe ancora più in luce e che gli spettatori non hanno potuto fare a meno di notare.

È vero, non è stato srotolato il red carpet, i candidati non erano seduti sulle poltrone degli studi de Paolis ad aspettare trepidanti il risultato, non c’è stata la possibilità di gioire abbracciandosi con i compagni di lavoro come non c’è stato il modo per i vincitori di alzare al cielo il premio. Un Carlo Conti tutto solo nello studio 2 di Via Teulada, accompagnato dalla Voce di Roberto Pedicini e da Piera Detassis che ha avuto il compito di rivelare il miglior film, si è rivolto costantemente ad uno schermo su cui erano proiettati i volti dei nominati.

A causa dell’emergenza Covid-19, l’intero mondo dello spettacolo si è bloccato e di conseguenza anche il destino della cerimonia, prevista inizialmente per il 3 aprile, era fortemente compromesso. Però, sia l’Accademia del Cinema presieduta da Piera Detassis che RaiUno hanno fortemente voluto che questa serata fosse trasmessa come tutti gli anni, che assumesse in questo momento un valore fortemente simbolico per ricordare che il cinema soffre, resiste e lotta come gli altri ed insieme agli altri e per omaggiare i veri vincitori di ogni edizione che sono tutti i lavoratori e le lavoratrici dello spettacolo.

Per i telespettatori è stata l’ennesima diretta streaming. Ci si è abituati infatti alle dirette social e a vedere programmi in studi televisivi con pochissime persone e con molti collegamenti e così è stato anche per i candidati che dialogavano con Conti da una stanza della loro casa, sempre e comunque eleganti per l’occasione. In compenso, questa versione tecnologica della premiazione ha permesso di vivere un’esperienza più intima, più familiare: nessuno dei candidati, infatti, si sarebbe mai aspettato di provare un’emozione maggiore di quella provata sulla poltrona dello studio, forse perché in quei momenti non hanno mai avuto l’occasione di avere vicino i loro affetti. Se sono mancati, infatti, gli abbracci dei colleghi, non sono venuti meno quelli di figli, mariti o mogli e questo ha reso tutto più unico.

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È stato bello, infatti, vedere l’emozione di Valeria Golino dopo aver vinto il David per la miglior attrice non protagonista per il film 5 è il numero perfetto e le varie “invasioni” che sono state fatte nelle inquadrature dei vincitori dai loro familiari: Jasmine Trinca, miglior attrice protagonista per La dea fortuna ha ricevuto oltre al David anche il caloroso abbraccio della sua bambina Elsa così come i figli di Luigi Lo Cascio, miglior attore non protagonista per Il traditore, sono subito corsi verso il papà per abbracciarlo. Senza dimenticare il bacio di Anna Ferzetti a Pierfrancesco Favino, miglior attore protagonista per Il traditore, film che ha ricevuto più premi tra cui quello di miglior film e miglior regia curata da Marco Bellocchio anche lui riempito di abbracci da sua moglie e sua figlia.

Le candidature erano state annunciate il 18 febbraio e a ricevere il maggior numero di nomination sono stati Il traditore, che poi si è aggiudicato quelle riguardanti il miglior film, la miglior regia, la miglior sceneggiatura originale, il miglior montatore, miglior attore protagonista e non protagonista; Pinocchio, che si è aggiudicato quelle riguardanti il trucco, gli effetti visivi, le acconciature, la scenografia e i costumi e Il Primo Re che si è aggiudicato quelle riguardanti la fotografia, la produzione e il suono. Degno di nota è stato anche La dea fortuna che oltre ad avere vinto per la miglior attrice protagonista, si è aggiudicato il David per la miglior canzone Che vita Meravigliosa scritta da Diodato, vincitore dell’ultimo festival di Sanremo con Fai Rumore.

Nella serata di venerdì, oltre al cinema del presente, ha avuto grande spazio il cinema del passato con il ricordo di Federico Fellini e Alberto Sordi in occasione del centenario della loro nascita. Anche il loro è stato un ricordo tecnologico: quello di Sordi tramite degli aneddoti raccontati da chi lo aveva conosciuto e quello di Fellini proprio attraverso le parole del suo amico Alberto. È stato altresì toccante il momento in cui Carlo Conti ha annunciato il David alla Carriera a Franca Valeri, non solo un semplice premio ma il miglior regalo per i suoi cento anni.   

Nessuno avrebbe mai immaginato di festeggiare il cinema italiano così, ma la speranza nutrita da tutti e soprattutto dal ministro Dario Franceschini, ospite della serata, e dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il cui messaggio è stato letto ad inizio serata, è quella di ritornare a vedere all’opera tutto quel popolo di fabbricanti di sogni che adesso è come intrappolato in un vortice di angoscia, dubbio e stasi. Come ha raccontato Pierfrancesco Favino, la gente deve poter tornare a dire ad attori, registi e a tutte le maestranze: “Tornate presto a trovarci, tornate a dare corpo ai nostri sogni“.

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