Suggestioni del 2023: i film da non perdere

Il 2023 è stato un anno ricco di film. Film entusiasmanti, film dimenticabili, film che hanno ottenuto record di incassi che non si vedevano da anni. Con le nostre suggestioni vogliamo ripercorrerne alcuni tra quelli che ci hanno colpito di più. Non si tratta necessariamente dei film che consideriamo i più belli dell’anno che sta per finire ma, sicuramente, alcuni tra quelli che, in un modo o nell’altro, ci sono rimasti particolarmente impressi.

KILLERS OF THE FLOWER MOON

killer of the flowers moon, la recensione del film

Con Killers of the Flower Moon (trailer), Martin Scorsese racconta la nascita di una nazione che non si plasma e non sorge dal sangue e dal sudore di una guerra civile, di un conflitto ideologico, ma si erge sui cadaveri di genocidi e prevaricazioni. Il film del regista newyorkese, con protagonisti le certezze Leonardo Di Caprio e Robert De Niro e la rivelazione Lily Gladstone, è una tragedia (quotidiana) che si fa j’accuse, vista dalla prospettiva di chi la orienta più che di chi la vive, che si concentra sugli
agenti che la provocano piuttosto che sugli oppressi. Nel loro “procedere più lentamente e in maniera più silenziosa”, le 3 ore e 26 minuti di film scorrono cadenzate, episodiche e provocatorie, supportate da un rigore tecnico impareggiabile, accompagnate da tamburi che scandiscono i punti salienti di un’inchiesta che veste classica e rinnega l’immediatezza, e si fanno stendardo di un cinema puro, potente e redivivo che vuole ancora essere egocentrico, che auspica con le sue ultime forze la tutela della sacralità del rapporto schermo-spettatore.

Di Paolo Falletta.

ADAGIO

Adagio, la recensione del film

Dopo il primo atto di Romanzo Criminale – La serie, mitopoiesi della banda della Magliana, il secondo atto di Suburra, decadente affresco delle strette maglie del potere nella Roma lussuriosa di politici e mafiosi, Adagio (trailer) rappresenta il terzo atto di caduta del sottobosco criminale raccontato da Stefano Sollima nel corso della sua filmografia (oltre agli esempi citati, si potrebbe menzionare anche A.C.A.B. e Gomorra – La serie). Una pietra tombale sul genere, una crepuscolare storia di morte e vecchiaia dove anime in pena vagano tra le fiamme di un peccato millenario in una città che brucia. È paradigmatico il colpo di scena che si profila dopo neanche mezz’ora di film, e che inverte il senso morale di ciò a cui stiamo assistendo. Scoprire che la minaccia, il villain, non è altro che il carabiniere, colui che dovrebbe salvaguardare l’ordine, e che i custodi del ragazzo sono tra i più efferati gangster della storia dell’Urbe a fine carriera, mette in crisi le coordinate etiche di un universo urbano e sociale ormai sconquassato. È la morte di un mito, di un qualsivoglia valore, di una qualsiasi illusione. Ma è davvero la fine di tutto?

Di Gabriele Mutatempo.

IL SOL DELL’AVVENIRE

il sol dell'avvenire, la recensione del film

Nanni Moretti cambia la Storia e lo fa con la consapevolezza di chi può permettersi di farlo. Il regista guarda al passato (e lo modifica) spinto dalla volontà di conferire una nuova luce al presente. Ne Il Sol dell’avvenire (trailer) Moretti porta nuovamente in scena il Nanni che conosciamo tutti fin troppo bene: gran parte del tempo corrucciato, ironicamente polemico e portatore del suo personale carico di fragilità. Un personaggio che riflette sulla giovinezza e sulla vecchiaia, con quella nostalgia di chi non si sente così tanto figlio dei tempi che corrono. Il Sol dell’avvenire è un’opera apertamente, o meglio, sfacciatamente politica. Ma di quella politica appassionata, sentita, quella politica che si fonde con la vita e porta ad un connubio perfetto. E la felliniana parata finale con cui la storia si conclude una flebile speranza per il nostro futuro, forse, sembra accenderla. Di sicuro la speranza che Nanni Moretti non smetta mai di realizzare film.

Di Francesca Nobili.

THEATER CAMP

Theater Camp, la recensione del film

Al Sundance Film Festival di quest’anno si è distinto un piccolo e simpaticissimo film, Theater Camp (trailer), diretto da Molly Gordon (al suo esordio) e Nick Lieberman. Girato in forma di mockumentary, il film segue le vicende di un centro estivo teatrale per bambini che è solito portare in scena spettacoli e musical con i piccoli partecipanti. Quest’anno, però, con la sua direttrice finita in coma, è suo figlio Troy (Jimmy Tatro) che deve prendere le redini della strampalata organizzazione e salvarla, con l’aiuto dei direttori artistici Amos (Ben Platt) e Rebecca-Diane (interpretata dalla stessa Gordon). I due decidono di basare lo spettacolo di fine anno sulla vita della direttrice ma, tra inconvenienti e malintesi, la realizzazione dello show sembra essere messa a dura prova. Ricco di momenti divertenti, questo film è un racconto tenero e originale di come il teatro riesca a riunire e a far sentire accettato chi è sempre stato emarginato perché “diverso”. Con una scrittura giovanile molto vicina all’umorismo della gen-z, la pellicola passa da momenti esilaranti a toni più drammatici, senza però perdere la leggerezza che la contraddistingue. Il risultato è una storia per grandi e piccoli, in grado di appassionare e divertire anche chi è meno avvezzo all’ambiente teatrale.

Di Giulia Mazzoneschi.

PACIFICTION

pacifiction, la recensione del film

Può un film essere talmente universale dal riuscire a parlare dei problemi individuali e dei problemi sociali globali senza risultare un coacervo di informazioni senz’anima? La risposta è sì, ma prima di Pacifiction (trailer) di Albert Serra avrei sicuramente titubato. Un alto commissario della Repubblica indaga nella Polinesia francese su delle voci riguardo dei possibili test nucleari che terrorizzano i cittadini. Il rosa che dipinge tutto lo scenario crea un’atmosfera di sogno senza precedenti, peccato che non ci sia racconto più reale. Tra personaggi curiosi, passaporti smarriti e pranzi dove nessuno mangia ci muoviamo nell’ignoto paranoico senza via di scampo. Un film che mette in pausa il tempo frenetico, forzandoci a rallentare per guardare ed osservare, scoprendo che, oltre al tramonto mozzafiato, all’orizzonte c’è ben altro.

Di Alessandro Viani.

RODEO

Rodeo, la recensione del film

Julia (Julie Ledru) è un’amazzone che si aggira per la periferia di Bordeaux alla ricerca di moto su cui svettare nei circuiti delle corse clandestine. L’incontro con un gruppo di giovani motociclisti con il suo stesso amore per le due ruote metterà in crisi la sua indole di lupo solitario ma non riuscirà a fermare la sua corsa impazzita contro i suoi stessi limiti e chi non la vuole in quel mondo. Lola Quivoron firma con Rodeo (trailer) un esordio fulminante, con il giusto equilibrio tra riprese dinamiche e adrenaliniche delle corse in moto e momenti più intimi tra i personaggi, portando a compimento un’avvincente storia di riscatto (o almeno un tentativo). La parabola del personaggio di Julia è chiarissima e abilmente architettata, e proprio come quella di un personaggio tragico è destinata a un esito infelice, ciononostante lo spettatore osserva con interesse lo schiudersi di una possibilità di successo per la protagonista. Il finale sfocia nel mito e con il giusto climax blocca il corso degli eventi facendoli esplodere in modo brusco ma drammaturgicamente impeccabile.

Di Claudia Teti.

FOGLIE AL VENTO

FOGLIE AL VENTO, LA RECENSIONE DEL FILM

Attraverso il cinema, la più grande illusione dell’esistenza umana dal 1895, Kaurismäki infonde speranza. Lì dove la macchina del lavoro si inceppa per danneggiarci, o la guerra in Ucraina irrompe sulla scena costantemente dal suono di una radio, Foglie al vento (trailer) ci ricorda che c’è sempre spazio per l’amore. Che esso nasca dopo una serata al karaoke o dopo una serata al cinema (dove i zombie di Jarmusch finiscono per ricordarci Bresson o Godard), forse alla fine poco importa. La realtà delle cose e la solitudine, come la morte, saranno sempre difficili se non impossibili da accettare, ma basta quell’attimo, impercettibile, per credere che non sarà mai così.

Di Luca Di Giulio.

L’ULTIMA NOTTE DI AMORE

l'ultima notte di amore, la recensione del film

Franco Amore, dopo 35 anni di onorato servizio, si appresta a lasciare la Polizia di Stato. La sera prima del pensionamento i festeggiamenti vengono interrotti da una chiamata: Dino, collega e amico, è rimasto ucciso in una sparatoria. Altri quattro cadaveri, due carabinieri e due di origine cinese. La scena è confusa, gli animi accesi. Ma cosa c’entra Franco in questa storia? Non ce ne voglia nessuno se definiamo L’ultima notte di Amore (trailer) un film “molto poco italiano”. Il regista Andrea Di Stefano intreccia toni da crime story orientale (specie nelle atmosfere e nei colori), girando con una mano che tende il palmo esplicitamente al thriller americano. Il tutto
immerso in un’ambientazione italiana quasi trasfigurata, con una metropoli che poco ha del solito paesaggio nostrano e molto deve alla rappresentazione urbana di certo storytelling hard-boiled (ma qui raffigurata da una Milano asettica). Il risultato è un poliziesco neo-noir a cui il protagonista Pierfrancesco Favino presta anima e corpo, trascinando lo spettatore in un vortice di suspense e tensione viscerale fino all’agognato, ultimo, sorgere del sole. Una pellicola assolutamente da recuperare.

Di Lorenzo Procopio.

SPIDER-MAN: ACROSS THE SPIDER-VERSE

spider man across the spider verse, la recensione del film

Quando si parla di animazione contemporanea, è impossibile non citare l’enorme successo e impatto sul pubblico che ha avuto Spider-Man: Into the Spider-Verse. Bene, fate un veloce re-watch e poi lasciatevi emozionare da Spider-Man: Across the Spider-Verse (trailer). Partendo da una sceneggiatura ed un soggetto curati nei minimi dettagli, sperimentando soluzioni tecniche con risultati di altissimo livello, il secondo capitolo animato sull’arrampicamuri più amato di New York e dintorni (in questo caso il protagonista, come nel primo lungometraggio, non è Peter Parker ma Miles Morales, con la voce di Shameik Moore), è senza troppi problemi tra i migliori film d’animazione di sempre. In attesa della terza e ultima pellicola della trilogia, in arrivo nel 2024 (data da confermare), è d’obbligo recuperare questo piccolo gioiello d’animazione; sia per adulti nostalgici che per piccoli amanti del simpatico Spider-Man di quartiere.

Di Alessandro Ierna.

ELEMENTAL

elemental, la recensione del film

Elemental (trailer) fa da eco a storie della Disney già viste, e proprio questa mancanza di originalità lascia l’amaro in bocca contrastato con la qualità tecnica della Pixar. Il film racchiude vari temi: emancipazione femminile, l’inseguire i propri sogni, l’immigrazione, le diversità socio-culturali; il tutto incorniciato dal macro tema dell’amore a cui fanno riferimento i due protagonisti: Ember e Wade, due elementi della natura contrapposti – fuoco e acqua – e quindi logicamente incompatibili. Tutta questa varietà di temi rende il film un mappazzone di circostanze che non vengono approfondite. Il lungometraggio è assolutamente godibile e lo spettatore si lascia andare alla qualità altissima delle animazioni che mette una pezza alla mancanza di un mordente coinvolgente dato dall’assenza di un vero e proprio villain che, in questo caso, possiamo identificare come gli stessi protagonisti. Personaggi che devono lottare contro sé stessi per superare i pregiudizi per cui una storia d’amore tra fuoco e acqua non possa esistere. Il film ha decine di no che non lo innalzano a capolavoro, ma c’è anche un sì: la ricchezza della diversità. Un elemento che ci fa scoprire noi stessi e ci apre a nuove prospettive di vita che uniscono e non ci fanno sentire soli. Certo, non è il miglior film del 2023, non è perfetto, ma in fin dei conti… chi di noi lo è?!

Di Carmine Faiella.

DECISION TO LEAVE

Decision to leave

Guardare Decision to Leave (trailer) significa addentrarsi in un puzzle, la cui natura è però più sfuggente di altri police procedural che all’apparenza potrebbero assomigliargli. Il regista Park Chan Wook nasconde all’interno della storia dell’ossessione romantica di un detective nei confronti di una sospettata – reminiscente di Vertigo un delicato gioco di seduzione e allontanamento, fragilità e illusione di controllo. Arricchito da composizioni visive frastornanti per inventiva e singolarità e da un montaggio calcolato al millimetro nel suo disordine, Decision to Leave si trasforma così in un melodramma esagitato ma giocoso, che indaga con profonda sincerità sulla natura a volte competitiva e maniacale di un rapporto amoroso, raggiungendo punte inaspettate di tenerezza e di erotismo.

Di Enrico Truffi.

Ti potrebbero piacere anche

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ho letto la privacy policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali ai sensi del Regolamento Europeo 2016/679 (GDPR) e del D.Lgs. n. 196 del 2003 cosi come novellato dal D.Lgs. n. 101/2018.