Ambientato nel 2059, Nostos (trailer) racconta di un mondo annientato dalla crisi dei semiconduttori e del silicio. Quasi desertico e totalmente in rovina, non può più offrire nulla se non il valore dei rari scarti di chip e ingranaggi tecnologici. Proprio in cerca di questi vanno i due protagonisti della storia, un uomo (Francesco Foti) e una ragazza (Aurora Giovinazzo), nella speranza di venderli per cibo e acqua.
Prodotto da Slim dogs Productions, questo cortometraggio è frutto di un’iniziativa collettiva, che ha visto il pubblico investito nel progetto dall’ideazione alla post-produzione. L’idea è stata selezionata tra altre 200 proposte e i fondi utilizzati in parte provengono da crowdfoundings finanziati da spettatori e sostenitori dal basso. Con l’intento di permettere al pubblico di conoscere come un film viene realizzato, le riprese sono state mandate in live su Twitch, compreso il montaggio in post-produzione di una scena. Il cortometraggio è stato presentato alla Settimana internazionale della critica a Venezia 2023.
Nostos rientra nella sempre più ampia produzione di progetti che intendono riflettere su realtà distopiche, a cui siamo sempre più vicini. Come ha affermato il regista Mauro Zingarelli in un’intervista per Rai Cinema a Venezia: «Questa storia racconta di un futuro in cui il mondo è al limite…come in realtà è già adesso». I due protagonisti, allo stremo delle forze e senza cibo né acqua sembra non abbiano nulla ad unirli se non l’obiettivo comune di trovare qualche componente da rivendere. Non si parlano, comunicano più che altro a sguardi e non detti. L’uomo nasconde con sé una piccola scatola di latta che, dalle espressioni di curiosità e sospetto della ragazza, capiamo avere un valore segreto. I due protagonisti fanno squadra per pura sopravvivenza – e di questo dà ulteriore conferma il finale.
La realizzazione tecnica del film è convincente e ne rende la visione molto piacevole. La fotografia (che ricorda vagamente Dune) è suggestiva e definisce chiaramente l’atmosfera del corto. Allo stesso tempo, però, Nostos rientra nella narrazione odierna delle distopie nel modo più “usuale” possibile. La narrazione reitera i temi e le preoccupazioni che abitano la maggior parte delle storie distopiche, senza portare la storia in una direzione nuova o narrarla secondo un angolo preciso. Questa considerazione, però, vuole essere più un’osservazione che una critica. Si potrebbe dire, infatti, che non è l’originalità della storia ad essere l’obiettivo dell’opera, ma il ribadire il tipo di paura e preoccupazione che assilla continuamente le nostre (giovani) menti: un futuro spoglio, desertico e di sofferenza ad opera dell’uomo stesso.
Nostos è disponibile su Raiplay.