#RomaFF18: Troppo azzurro, la recensione del film di Filippo Barbagallo

Troppo azzurro recensione del film di Filippo Barbagallo

Nella categoria Freestyle della Festa del Cinema di Roma appare anche l’interessantissimo esordio di Filippo Barbagallo, Troppo azzurro. Il film è una vivace commedia dalle tinte morettiane che ruota attorno agli amori dello stravagante Dario, interpretato dallo stesso regista. Il tono spensierato che il film esprime attraverso le musiche dei Pop X e un approccio giocoso alla macchina da presa e agli stacchi di montaggio, conferiscono a quest’opera prima una freschezza e una leggerezza accattivanti, che lasciano ben sperare sul futuro di Filippo Barbagallo.

Il personaggio di Dario si configura come il classico pesce fuor d’acqua, un ragazzo che nonostante il suo pieno inserimento sociale, fa fatica a vivere serenamente le diverse situazioni che la vita gli presenta: proprio all’inizio del film il migliore amico gli propone di andare a vivere con lui nell’appartamento che ha appena ereditato, ma Dario rifiuta bruscamente mettendo in campo scuse ridicole chiedendogli ad esempio il tipo di pavimento presente nell’appartamento. Così l’incontro casuale con una ragazza al pronto soccorso, che sembra inizialmente porre fine a questo suo blocco, lo metterà invece faccia a faccia con la sua grande insicurezza.

Il film ci mette di fronte all’anomalo coming of age del suo protagonista, ormai più che adolescente ma che ha tutte le carte in regola per esserlo, tra convivenza con i genitori e immaturità sentimentale: un vero e proprio coming of age all’italiana, si potrebbe dire. L’impressione è quella di vedere un prodotto coerente e non dispersivo come ci si potrebbe aspettare da un’opera prima. Ogni elemento, dalla reiterazione del tema della canzone dei Pop X D’Annunzio, alle buffe inquadrature che ci mostrano il protagonista ripreso da strane angolature, fanno pensare a una visione d’insieme molto personale e riconoscibile che porta la firma di Filippo Barbagallo.

Un cast molto preparato e ben diretto non fa altro che accrescere la qualità del film con interpretazioni convincenti e in linea con la comicità un po’ morettiana del regista. L’ormai affermato Brando Pacitto veste i panni del buffo migliore amico di Dario, che lo esorta ad affrontare le sue scelte sentimentali nonostante le evidenti difficoltà che lui stesso ha con le ragazze. Alice Benvenuti e Martina Gatti (già vista in Skam Italia) sono invece le due avvincenti ragazze che mettono in crisi il mondo di Dario, la prima più delicata e affettuosa, la seconda più decisa e concreta.

Le immagini di Troppo azzurro rimangono impresse anche a distanza di giorni, come alcuni dei momenti di dialogo tra Dario e le persone che lo circondano e tentano in qualche modo di scuoterlo dalla sua paralisi, a dimostrazione che il film riesce a parlare in modo molto schietto al suo pubblico, soprattutto a quello giovane. Sebbene i riferimenti e le citazioni ad altri registi siano più che evidenti, Barbagallo mette il suo timbro su ogni scena del film e ci racconta una storia che, se non stupisce per originalità e complessità, si rivela di sicuro estremamente godibile.

Ti potrebbero piacere anche

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ho letto la privacy policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali ai sensi del Regolamento Europeo 2016/679 (GDPR) e del D.Lgs. n. 196 del 2003 cosi come novellato dal D.Lgs. n. 101/2018.