#RomaFF16: Cow, la recensione

La recensione di Cow, il nuovo film di Andrea Arnold

Qualcosa di inaspettato è sbarcato sulle sponde di Alice nella Città durante questa sedicesima edizione della Festa del Cinema di Roma, ed è Cow, il nuovo film di Andrea Arnold: si tratta di un documentario che segue una parte dell’esistenza della mucca Luma, nei suoi percorsi quotidiani, fra un parto e l’altro, visite veterinarie e mungiture.

Attenta ed oggettiva osservatrice della vita d’allevamento, la regia della Arnold si immerge silenziosa fra le mucche dello stabilimento, rendendo gli animali muti protagonisti del ciclo della vita, un ciclo però forzato, manovrato. E in questo ambiente conosciamo Luma, grazie ad una lunga inquadratura di lei che fissa la macchina da presa, fissa gli spettatori intimando loro di riconoscerla man mano che la storia procede.

Proprio questa intima immersione e intensa vicinanza a Luma creano una forte empatia verso di lei, non che sia effettivamente difficile crearne quando si tratta di creature del regno animale, il cui statuto di esseri indifesi permette già di partire con un certo vantaggio per conquistare un posto nel cuore di chi guarda.

Il tempo passato con lei e con il suo vitellino ci porta a vedere tutto con occhi diversi: proprio il loro non poter proferire parola acuisce l’impressione che le pratiche quotidiane effettuate anche solamente per il bene della loro salute, siano in realtà brutali, violente, non richieste. Anche se i lavoratori si occupano di loro in modo gentile e mai scomposto, almeno da quella porzione di tempo che la macchina da presa ci concede di testimoniare, è difficile non vedere tutto quello che accade come non-necessario.

Durante l’incontro immediatamente successivo alla proiezione, la regista ha proprio parlato di un binomio bellezza-brutalità caratteristico della vita: l’intenzione di fare un semplice film sulla vita di una mucca restituisce le immagini crude, reali, spesso difficili da sostenere e qualche volta forse fin troppo ridondanti.

Un’unica pecca che probabilmente si potrebbe tirar fuori è quella della lunghezza del film, decisamente fin troppo esteso per l’argomento trattato e la modalità di esecuzione, anche se probabilmente così concepito perché il finale possa rimanere bene impresso nelle menti degli spettatori.   

Cow è un film nato da un’idea semplice, diventato qualcosa di più, una tela bianca su cui è possibile riconoscere un significato che va ben oltre ciò che Andrea Arnold riteneva possibile.

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