#RomaFF16: Red Rocket, la recensione

Red Rocket, la recensione

Dopo essere stato presentato quest’estate a Venezia, sbarca anche a Roma Red Rocket (trailer), un film di Sean Baker e con interpreti Simon Rex, Suzanna Son, Bree Elrod e Ethan Darbone. Il regista è reduce dal grande successo di Un sogno chiamato Florida, che era valso a Willem Dafoe la candidatura all’oscar. Il film uscirà negli Stati Uniti il 3 dicembre 2021, mentre è ancora assente una data italiana.

Conclusa una fallimentare carriera nel porno in quel di Los Angeles, Mikey “Saber” Davis torna a Texas City dalla sua ex moglie Lexi, a cui chiede un tetto sotto cui stare per rimettersi in carreggiata. Dopo aver inutilmente tentato di ottenere un lavoro onesto, riprende vecchie brutte abitudini per racimolare qualche soldo, ma l’incontro con “Strawberry” (una Lolita rossa e quasi-diciottenne) riaccenderà in lui la speranza di tornare ad LA e abbandonare di nuovo sua moglie.

Il problema principale del film è quello di avere le idee tutt’altro che chiare, sia per ciò che vuole esprimere, che per quanto riguarda le tematiche, le quali presentavano più di uno spunto interessante da sviluppare. Sembra quasi di non sapere cosa vuole dire e soprattutto come farlo e questa incertezza lo porta ad essere anche eccessivamente lungo, 128 minuti per una storia che poteva essere condensata e soprattutto raccontata meglio. Si trattano tanti argomenti, come la pornografia, la periferia americana, la differenza di età in un rapporto e tanti altri, tutti in maniera superficiale e poco approfondita. Non che ci si aspettasse grande profondità da un film che si propone volutamente con un tono leggero e scanzonato (divertente solo in poche occasioni), ma viste la moltitudine e la potenzialità dei temi trattati, era lecito aspettarsi un approccio decisamente più interessante, pur mantenendone la leggerezza.

Simon Rex non riesce a scrollarsi completamente di dosso il suo noto volto demenziale (che lo ha portato al successo con gli Scary Movie) e se lo trascina in un’interpretazione che funziona solo a tratti. La scelta dell’attore sembra rimanere più legata al comune passato nel porno che ha con il suo Mikey, piuttosto che ad altro. Il personaggio non è comunque interamente da buttare e riesce a strappare ogni tanto un tiepido sorriso, così come i restanti i personaggi che nel complesso non disturbano, ma non convincono a pieno.

Rimane quindi l’idea di un film che abbia solo scalfito la superficie di ciò a cui voleva arrivare e che, nonostante si lasci guardare, si presenta come una grande occasione sprecata. Non è abbastanza comico, non è abbastanza drammatico e forse l’intero film non è abbastanza, anche in relazione alle grandi potenzialità che poteva avere.

Ti potrebbero piacere anche

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Ho letto la privacy policy e acconsento al trattamento dei miei dati personali ai sensi del Regolamento Europeo 2016/679 (GDPR) e del D.Lgs. n. 196 del 2003 cosi come novellato dal D.Lgs. n. 101/2018.