Ran, il capolavoro di Kurosawa compie 35 anni

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Kurosawa Akira aveva dimostrato cinque anni prima ai produttori internazionali con il film Kagemusha che si potevano ottenere grandi incassi anche con film storici molto sofisticati e che le storie tragiche dal sapore shakespeariano potevano benissimo essere introdotte sul mercato con ottimi riscontri. Il film Ran è una riscrittuta della tragedia di William Shakespeare King Lear dove Kurosawa cambia il genere di appartenenza degli eredi di Lear rendendoli principi guerrieri e trasferisce l’ambiente originale nel secolo dei samurai.

La parola “ran” in giapponese significa “caos” ma può anche essere usata per intendere “rivolta” e di conseguenza evocare il concetto di guerra civile. Il protagonista della storia è il signore feudale Hidetora Ichimonji che ricalca le gesta di Lear pur ispirandosi al tempo stesso alla figura storica realmente esistita del daimyō (la figura più elevata di un feudo) Mōri Motonari che esercitò con eguale talento l’arte della guerra e della poesia tra il 1400 ed il 1500.

L’interprete principale è Nakadai Tetsuya che, come per Kagemusha dove sostituì Katsu Shintaro, arriva al posto di Mifune Toshiro la cui relazione con Kurosawa si era incrinata da tempo. Nakadai viene pesantemente invecchiato per raggiungere la giusta età del protagonista del film e dovette subire un trattamento al trucco molto lungo che lo obbliga a svegliarsi ad ore impossibili per essere pronto al momento delle riprese.

Particolare spazio viene dedicato alla figura femminile di Lady Kaede, magistralmente interpretata da Harada Mieko che evoca tanto Lady Macbeth quanto la pericolosa figura mitologica della donna volpe. Il suo personaggio si colloca, seppure con variazioni narrative, al posto dell’ambizioso Edmund, il figlio bastardo di Glouchester che tradirà la propria famiglia nel King Lear originale.

Nel personaggio di Kaede si percepiscono gli echi di altre indimenticabili figure femminili di Kurosawa come l’ambigua Kanazawa di Rashomon o appunto Lady Asaji Washizu che è l’effettivo adattamento giapponese di Lady Macbeth nel film Il trono di sangue.

L’ambiziosa e letale Lady Kaede, magistralmente interpretata da Harada Mieko, incarna il mito giapponese della stregonesca donna volpe.

Il matto, una delle figure più importanti del testo classico qui viene interpretato dal bravissimo Pîtâ, artista poliedrico giapponese che ha iniziato la sua carriera da protagonista transgender del cult movie del 1968 Funeral parade of roses di Matsumoto Toshio e raggiunge i giorni nostri come doppiatore di videogame ed attore della serie cinematografica di Death note. Pîtâ si rivela una scelta vincente e supporta con incredibile fisicità la performance di Nakadai Tetsuya.

Kurosawa considera Ran il suo omaggio al secolo in cui avrebbe desiderato vivere, la sua attrazione per il codice del samurai e le regole di cavalleria e comportamentali del medioevo giapponese riescono a trasparire da tutti i suoi imponenti film in costume. Il film ottenne quattro nomination agli Oscar, tra cui la regia di Kurosawa Akira e vinse la statuetta per i costumi di Wada Emi, mentre Kurosawa vinse il David di Donatello come miglior regista straniero.

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