Ricordate il Daredevil di Ben Affleck o la Catwoman di Halle Berry? Usciti all’inizio degli anni 2000, questi abomini cinematografici furono un metro di paragone sul come non fare un film action a tema supereroistico. Entrambi erano film con interpretazioni e trame che facevano invidia al peggior High School Musical, tuttavia, se eravate convinti che quel periodo fosse ormai passato, vi sbagliavate.
Questo 2024 inizia regalandoci “perle” del calibro di Madame Web (trailer), pellicola che racconta le vicende di Cassandra Web (Dakota Johnson), un paramedico della New York del 2003 che, in seguito ad un’incidente, scopre di avere il potere della chiaroveggenza. Ormai tormentata dalle visioni, la protagonista cercherà di salvare tre giovani ragazze, interpretate da Sydney Sweeney, Celeste O’Connor e Isabela Merced. Le tre adolescenti sono perseguitate da un uomo misterioso che ricorda, nei poteri e nell’aspetto, una versione low-budget di Spider-Man. Uno dei tanti problemi della pellicola risiede in un incedere narrativo confuso e sconclusionato. Infatti, Cassandra Web sembra evolversi non in un’eroina, quanto più in una babysitter, il cui ruolo è badare alle tre future Spider-Women. Le future eroine non hanno particolari peculiarità fisiche o intellettive, mostrano come unica caratteristica una passione in comune per Britney Spears.
Ogni eroe che si rispetti ha un dramma, e quello di Cassandra è l’assenza dei genitori, in particolar della madre, deceduta durante il parto. Ciò che resta di lei è un diario dei suoi studi sugli aracnidi e delle sue avventure in Perù, alla ricerca di una tribù di primitivi dotati di poteri derivanti da un ragno (vi ricorda qualcosa?). Durante il resto della storia, l’eroina scoprirà altri segreti che le serviranno per consolidare il rapporto materno, ma questo non basta a creare un dramma ben scritto, che si dissipa in poche scene. Tra le tante rivelazioni, scopriamo anche un certo legame tra Cassandra e il villain, Ezekiel, un ricco uomo d’affari interpretato in maniera tutt’altro che brillante da Tahar Rahim. Un nemico tutt’altro che temibile e dalle motivazioni quasi inesistenti, che ricorda altre decine di nemici già visti in film simili.
Oltre a poteri che sembrano mutare di intensità a seconda della sceneggiatura, il film presenta dialoghi privi di un vero senso logico. I personaggi, che dovrebbero essere il perno del film, risultano stereotipi vuoti che grazie al trucco e ai costumi ricordano dei cosplayer non molto talentuosi. Il genere del cinecomic è sempre stato volto alla spettacolarizzazione di ciò che avviene in scena, tramite una componente visiva di alto livello. Questa tendenza, negli ultimi anni, sembra sia stata dimenticata. Pellicole come Venom e Morbius hanno mostrato svariate carenze nel lato tecnico, ma nulla è comparabile a quanto fatto con Madame Web.
Purtroppo, S. J. Clarkson, regista del film, utilizza degli stilemi di regia che fanno assomigliare la pellicola ad un prodotto televisivo creato negli anni in cui è ambientato (2003). Oltre ad una CGI di pessima qualità, i movimenti di macchina e il montaggio non aiutano, disorientando ed infastidendo anche lo spettatore meno attento. Nonostante le già basse aspettative, Madame Web é un prodotto deludente. Il film tratta con banalità svariati argomenti: la maternità, la scoperta di sé, sprecando l’occasione di poter narrare una storia di formazione capace di ispirare.
Al cinema.