La guerra di domani, la recensione del film su Amazon Prime Video

La guerra di domani recensione film Amazon Prime Video

La guerra di domani (trailer), diretto da Chris McKay e scritto da Zach Dean, è uscito il 2 Luglio in esclusiva su Amazon Prime Video ed è probabilmente una delle produzioni hollywoodiane più speciali del decennio.

Il film rappresenta un caso più unico che raro: grazie ad un magistrale sforzo combinato di regia e sceneggiatura, d’ora in avanti il pubblico di tutto il mondo non dovrà mai più chiedersi cosa succederebbe se tutti i peggiori difetti del panorama cinematografico statunitense venissero racchiusi in un unico pacchetto. Ci vuole del talento. Ci vuole tanta abilità per cadere così in basso, e il duo McKay – Dean dimostrano di essere dei veri e propri artigiani.

La penna di Zach Dean scorre sulla pellicola come un placido fiume: ognuno può osservare un fiume per pochi secondi e capire in che direzione scorre, dove andrà a finire. Il fiume de La guerra di domani, tuttavia, chiede di essere osservato per due ore e venti minuti.

Questo fiume, tra l’altro, è molto largo: i fiumi più larghi del mondo prendono la loro acqua da diversi affluenti che si riversano in essi, e gli affluenti del gigantesco fiume de La guerra di domani non fanno una bella fine. Le loro acque, nate dai monti più antichi di Hollywood e sopravvissute per decenni, finiscono in una fossa comune dove si mescolano e si confondono, per poi venire deturpate dai miasmi dell’inquinamento.

Alla fine di questo lungo processo di raffinazione, sopravvive solo il peggio. Ed ecco come nasce La guerra di domani.

Proprio come in una discarica, in questo film si trova di tutto e di più. E ovviamente, la prima cosa che salta all’occhio è un protagonista bonaccione con degli addominali scolpitissimi e interpretato da una star di nome Chris. Il Chris di oggi è (rullo di tamburi) Chris Pratt, mediocre come non mai, a causa dell’insulso ruolo che è costretto a interpretare.

Non è impossibile regalare un’eccellente performance in un ruolo mediocre. È difficile, ma non impossibile. Purtroppo, Chris Pratt non ci riesce. E non ci riesce nessun altro, in questo film. Tutte le performance vanno dal mediocre all’orrido, non ce n’è una che raggiunga la sufficienza. Perfino gli attori più bravi come J. K. Simmons e Yvonne Strahovski non riescono a emergere dall’oceano di mediocrità dei loro ruoli. I dialoghi talmente idioti da rappresentare un insulto all’intelligenza di chi ascolta, poi, non aiutano.

Qui sorge un problema ancora più grande: La guerra di domani è prima di tutto un film d’azione. Un tipico blockbuster dell’estate. Approcciandosi a questo filone, nessuno si aspetta delle prestazioni attoriali al limite del sublime. Piuttosto, ci si aspetta adrenalina e divertimento. Questo film non è divertente. Mai. Le battute non fanno ridere. Le morti più truculente fanno ridere. Le scene d’azione annoiano.

L’origine di questo problema sta nella totale mancanza di originalità. Ogni singolo topos visivo o narrativo ne La Guerra di Domani è rubato da qualcos’altro e reso peggiore. Gli alieni palesemente ispirati agli Xenomorfi (non quelli di Ridley Scott, ma quelli di James Cameron) e comunque mai spaventosi, i protagonisti, lo sviluppo, le immagini.

La colonna sonora di Lorne Balfe, poi, è figlia di quella che io chiamo la “maledizione di Inception. Dall’uscita di Inception nel lontano 2010, è nata una disgustosa moda che non ha mai più abbandonato la maggioranza dei compositori di film d’azione: la bassa frequenza. Da undici anni a questa parte, nelle colonne sonore degli action movies c’è sempre un suono fortissimo a bassa frequenza che accompagna i momenti più concitati per creare tensione. Che si tratti di un solo corno o dell’intera categoria degli ottoni, quel suono c’è sempre e la maggior parte delle volte non è neanche utilizzato bene.

Ma ovviamente non si tratterebbe de La guerra di domani se la colonna sonora non incarnasse anche tutti gli altri problemi della musica action hollywoodiana: un noiosissimo giro orchestrale di quattro accordi, per esempio, oppure un sintetizzatore che accompagna le scene di inseguimento ripetendo un singolo arpeggio all’infinito.

Il regista McKay, infine, dà gli ultimi ritocchi insieme alla sua troupe. Colori troppo desaturati, montaggio troppo lineare e fondali fatti al computer. C’è persino qualche jumpscare. Il quadro del decadimento di Hollywood è completo.

La guerra di domani è un’opera troppo rumorosa, troppo lunga, troppo stupida e in fin dei conti totalmente inutile. Un film per tutti, ossia per nessuno. Essenzialmente, 200 milioni di dollari buttati al vento.

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