Nel Dolittle (trailer) di Stephen Gaghan, Robert Downey Jr. non è né il corazzatissimo Iron Man né l’acutissimo e infallibile Sherlock Holmes, bensì un eccentrico veterinario con l’abilità di parlare e comprendere tutte le specie di animali. Non è un Endgame all’ultimo sangue contro uno dei tanti nemici storici degli Avengers che ha costretto il dott. Dolittle a ritirarsi nella sua tenuta, ma è un conflitto tutto interiore, scatenatosi dalla perdita della moglie e compagna d’avventure, Lily, impersonata da Kasia Smutniak (Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese, Loro di Paolo Sorrentino). Ad alleggerire il carico tragico del protagonista ci pensano i suoi instancabili amici – un pappagallo, un cane, un orso polare, un gorilla – animati tutti da una spiccata vitalità al pari degli umani, tuttavia prevalentemente privi di caratterizzazioni peculiari (a meno di singoli casi).
L’avvocatessa de Il nome del padre di Jim Sheridan ed elegante borghese del Casa Howard di James Ivory, Emma Thompson, presta voce al fidato e coraggioso pappagallo, Polynesia. Tom Holland lascia a New York il costume di Spiderman per dedicarsi alla vita canina. John Cena è un orso polare che soffre il freddo e ha perennemente bisogno del suo cappellino porta fortuna. Rami Malek scende dal palco del Live Aid, dove aveva dato vita a Freddy Mercury, per caratterizzare un gorilla ossessivo e pauroso. Si aggiungono al gruppo la sensuale volpe, Marion Cotillard, la giraffa adolescente, Selena Gomez, e il giovane-futuro apprendista del dott. Dolittle, Tommy, impersonato da Harry Collett.
In questa spensierata odissea i nostri eroi incontreranno il padre guerriero di Lily, Antonio Banderas, che nutre grande risentimento nei confronti di Dolittle, una tigre, Ralph Fiennes, che avrebbe voluto essere psicanalizzata dal dottore, e il drago-protettore dell’Eden, reduce anche lui da un lutto. Le lacerazioni e i conflitti si ricomporranno attraverso formidabili peripezie e situazioni rocambolesche, grazie al valore dell’amicizia. Sarà questo magico elemento, radicato tanto nei protagonisti quanto indubbiamente nella fertile fantasia di Hugh Lofting, che diverrà amalgama per tutto il materiale narrativo.
A penalizzare, almeno in parte, questa fantasmagorica vicenda vi è una sceneggiatura non sempre equilibrata, che talvolta dilata troppo gli eventi e altre volte, viceversa, li comprime in eccesso. Inoltre la regia, certamente di mestiere e con buoni, ma non esaltanti, effetti speciali, solo in rari casi sa rendere l’anima tragica del protagonista. È questo il caso di quando il dottore giace supino in terra insieme agli amici-animali; sono anni che non esce dalla tenuta; ha barba incolta e comunica con loro mediante inquietanti versi. Qui, un ardito movimento di macchina dal primo piano di Robert Downey Jr. fino al dettaglio della sua bocca trasporterà noi spettatori nell’inconsueto mondo del dottor Dolittle dove gli animali parlano la stessa lingua dell’uomo.
Malgrado queste limitazioni, il film risulta godibile, ci diverte, scalda il cuore, riconnettendoci a sentimenti amicali e solidali. La sala piomba nel buio e grandi e piccoli possono divertirsi.
Dolittle è nelle sale dal 30 gennaio.