Il nuovo film di Guy Maddin, Rumors, è un atipico survival horror in cui i leader dei Paesi membri del G7 devono affrontare una notte, perduti nel parco di un’antica residenza tedesca e circondati da strani zombi provenienti dall’età del ferro. Maddin è uno dei nomi più creativi del panorama contemporaneo festivaliero, i suoi film sono giochi di montaggio e luci, dai contenuti sempre piuttosto creativi e provocatori. Le sue opere spaziano dal cinema di ricerca al cinema di serie b; è del tutto naturale che in una sola opera vi siano temi di genere ed argomenti o tecniche del tutto innovative e sperimentali.
Guy Maddin ha alle spalle 30 sceneggiature, 30 direzioni della fotografia e 70 regie fra lunghi e cortometraggi. Tra i suoi lavori più interessanti va ricordato The Forbidden Room, in cui il regista mette in scena una storia che vive in continuo sospesa fra il diegetico e l’extradiegetico, creando multiversi dove i protagonisti possono incrociarsi o cadere per sbaglio. Un racconto suggestivo e perturbante degno di David Lynch. In Rumors si sceglie di coniugare i temi sociali ed il modo con cui le nazioni del G7 li trattano con il genere horror, mettendo i grandi della terra a confronto con mostruosità paranormali, metafore del mondo che a causa degli errori della politica potrebbe giungere alla sua fine.
I personaggi politici sono simbolici anche se evocano figure della contemporaneità senza offrirne però un ritratto satirico o grottesco, sono ridicoli e patetici ma per ragioni che non corrispondono al profilo dei veri politici. Il leader dell’Italia (l’attore e regista Rolando Ravello) è un omino basso e calvo, quasi sempre inadeguato alla situazione, impreparato e confuso ma incredibilmente determinato quando si tratta di aiutare il prossimo. Il leader americano è interpretato dal magistrale Charles Dance e rappresenta un vecchio uomo bianco, anziano e stanco che ogni tanto si assopisce durante gli incontri. Il personaggio però meglio descritto è la leader della Germania, interpretata magistralmente da Cate Blanchett, che fa da collante fra i vari personaggi e regge la scena in maniera davvero impressionante. Si sente una chiara differenza rispetto agli altri quando entra in gioco Blanchett.
Le creature di Maddin non sono zombi canonici, provano rancore ma non aggrediscono, sono inquietanti e possono esplodere da un momento all’altro. Nella logica del racconto c’è un secondo villain molto pericoloso, una forma di intelligenza artificiale concepita dalla Comunità Europea per adescare i pedofili e che si è ormai evoluta in amministratrice del mondo umano. Una commedia grottesca piena di battute politiche e ricca di riflessioni allegoriche, un vero horror dalle evoluzioni inaspettate con dei protagonisti del tutto impensabili e che rendono divertente ed originale l’esperienza cinematografica. In fondo c’è gusto a vedere i nostri leader politici ritratti come screem queens.