#Cannes75: Moonage Daydream, la recensione del film di Brett Morgen

Moonage Daydream recensione

Brett Morgen è uno dei documentaristi più coraggiosi ed originali del panorama contemporaneo nordamericano. I suoi precedenti lavori sono stati premiati e riconosciuti a livello internazionale e il suo modo di raccontare pagine contemporanee del mondo dello spettacolo sta progressivamente cambiando la scuola linguistica di questo settore produttivo. Con Moonage Daydream (trailer) il regista rende omaggio all’omonima canzone scritta da David Bowie e pubblicata come 45 giri nel maggio del 1971 con lo pseudonimo The Arnold Corns. Una seconda versione della canzone sarebbe stata poi inserita nel leggendario album The Rise and Fall of Ziggy Stardust and the Spiders of Mars nel 1972 a firma ufficiale di Bowie, la quale costituisce per molti l’opera chiave del fortunato album. Nel 2002 il titolo della canzone è stato utilizzato per un libro fotografico a cura del videomaker Mick Rock, autore di una buona parte dei videoclip della carriera di Bowie. Morgen riprende il titolo e la canzone per un film che esplora il mito e la persona di David Bowie attraverso le decadi in cui ha influenzato la musica, il cinema e l’arte visiva.

In Moonage Daydream il regista ha raccolto interviste radiofoniche o audiovisive della carriera del duca bianco per estrapolare poi un percorso autoriale e personale sul rapporto di Bowie con gli affetti, l’amore, la famiglia ed il concetto stesso di Dio all’interno di un mondo post-nichilista divorato dal caos esistenziale e vittima di nuovi modelli consumistici. Il materiale visivo di repertorio è soprattutto proveniente dai videoclip, dai concerti, dagli special televisivi e dai film in cui Bowie ha preso parte, ma con particolare attenzione a segmenti tagliati nei montaggi originali oppure del tutto ricolorati e trasformati in esperienze visive psichedeliche uniche e radianti, che trascinano lo spettatore nel mondo dell’artista inglese come se davvero si trattasse di un viaggio nello spazio.

Il film che ne viene fuori è così uno spettacolo riflessivo ed immersivo, ricco di sensazioni e contrasti brillanti che consentono al pubblico di rivedere sotto una luce nuova ma coerente la figura e la mitologia di Bowie. Nel fare ciò l’autore ne esalta anche alcuni traumi o debolezze, mostrandole come parte integrante del processo di maturazione artistica che ha portato David Bowie ad essere una leggenda della cultura mediale di massa del nostro tempo. L’opera visiva di Morgen gioca quindi su più livelli mediali, mostrandosi documentario, film vero e proprio in quanto opera di montaggio e rielaborazione ma anche videoclip e perfino videoarte, cercando in questo sistematico rifiuto di essere incastonata in un solo punto di definizione, emulando così la poliedrica figura che ha deciso di raccontare.

In definitiva, Moonage Daydream si dimostra una meravigliosa esperienza visiva ed un film da vedere rigorosamente al cinema in lingua originale.

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